Riparte nel segno de "Il nostro bello" la 26esima edizione di Monumenti Aperti.

Dal 23 aprile al 5 giugno, per sei fine settimana, la manifestazione che torna in presenza dopo la versione digitale e mista disegna un itinerario tra chiese, palazzi, siti archeologici di 38 comuni della Sardegna. Con una coda autunnale dedicata al nazionale.

Un viaggio dal prenuragico al nuragico, al fenicio punico, all'epoca romana, medioevo e fino al '900, grazie alla sapiente guida di 15mila volontari ciceroni, per lo più studenti. A loro è affidato il racconto di 500 "monumenti".

Tre i nuovi ingressi: Dorgali, Ittiri, Tuili. Per la prima volta la manifestazione si terrà sotto l'Alto Patrocinio del Parlamento Europeo.

"Ripartiamo dalla primavera, per marcare il desiderio di far tornare Monumenti Aperti a essere quella festa di comunità, quel rito collettivo, che è sempre stato - sottolinea Massimiliano Messina, presidente di Imago Mundi che organizza l'evento - ora l'obiettivo è dar vita alla Fondazione di Comunità di Patrimonio. Si è formato il comitato a cui hanno già aderito enti pubblici e privati".

Accanto al tema dell'innovazione e delle buone prassi di valorizzazione del patrimonio culturale, il ruolo delle Fondazioni sarà al centro del convegno annuale di carattere nazionale.

LE APERTURE – Nel programma 2022, lungo i percorsi si svelano le testimonianze prenuragiche e nuragiche di centri come Villanovaforru, con il Parco Archeologico Genna Maria, e ancora Quartu Sant'Elena, con il nuraghe Diana e Padria, con il Nuraghe Longu. Da qui alle tracce fenicie e puniche di Monte Sirai a Carbonia. Poi ancora la Città Romana di Turris Libisonis, a Porto Torres, con le sue fantastiche tessere di mosaico con motivi marini, Cagliari, la Karales capitale della provincia Sardinia et Corsica. Si giunge al periodo medievale con il Castello di Sanluri e le mura di Iglesias.

Tra i gioielli architettonici, la riapertura della chiesa di San Giovanni ad Assemini, con le tracce epigrafiche in lingua greca custodite al suo interno, quella romanica di San Giuliano a Selargius o Santa Giulia di Padria, esempio di architettura gotico-aragonese. Ci si immerge tra i segni dell'archeologia industriale alla Grande Miniera di Serbariu a Carbonia.

Storia, archeologia e arte, dunque, ma anche percorsi naturalistici come l'Orto Botanico dell'Università di Cagliari, il Parco di Molentargius e le Saline.

IL CALENDARIO – Le inizative il 23/24 aprile Iglesias e Tissi (solo 24); 7/8 maggio Carbonia e Padria; 14/15 Dorgali, Monserrato, Oristano, Ovodda, Pula, Serramanna e Villanovafranca; 21/22 Cagliari, Genoni, Ittiri (solo 24), Ploaghe, Porto Torres, Sassari, Siddi e Villanovaforru; 28/29 Cossoine, Cuglieri, Genuri, Monastir, Pabillonis, Quartu Sant'Elena, Sanluri, Selargius e Tuili; 4/5 giugno Assemini, Elmas, Gavoi, Guspini, Muravera, Neoneli, Ossi, Sardara, Uta e Villaputzu. 

(Unioneonline/v.l.)

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