Margherita Sarfatti, l'intellettuale che amò Mussolini e promosse l'arte italiana
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Due mostre parallele renderanno omaggio alla figura di Margherita Sarfatti, animatrice della vita culturale italiana di inizio '900, nonché giornalista e critica d'arte.
A Milano, dal 21 settembre 2018 al 24 febbraio 2019 sarà il Museo del Novecento a ospitare il percorso espositivo "Margherita Sarfatti. Segni, colori e luci a Milano", che segue le vicende personali di Sarfatti attraverso una novantina di opere, tra dipinti e sculture, di artisti come Boccioni, Borra, Bucci, de Chirico, Dudreville, Funi, Malerba, Sironi e Wildt arricchiti da filmati e fotografie, lettere, libri d'epoca, e anche abiti, vetri e arredi, per riportare il visitatore all'atmosfera della Milano degli anni Dieci e Venti nel XX secolo.
In contemporanea, aprirà al pubblico "Margherita Sarfatti. Il Novecento Italiano nel mondo" al Mart di Rovereto (Trento) per dare risalto all'attività di curatela di mostre di Margherita Sarfatti, e in particolare in ambito internazionale, dove l'intellettuale veneta ha promosso lo stile italiano e l'idea di "moderna classicità".
Opere provenienti da grandi musei internazionali e da importanti collezioni private si abbinano a documenti e materiali d'archivio: circa 100 capolavori di maestri come Boccioni, Bucci, Casorati, Carrà, de Chirico, Dudreville, Funi, Marussig, Malerba, Morandi, Oppi, Medardo Rosso, Sironi, Severini, Wildt.
Entrambi gli eventi hanno l'obiettivo di far conoscere meglio la figura di Margherita Sarfatti, andando oltre l'etichetta di compagna e amante di Benito Mussolini - di cui scrisse la celebre biografia Dux nel 1922 - e facendone emergere la grande modernità e la forte emancipazione.
Veneziana d'origine, di famiglia ebraica, Margherita Sarfatti approda a Milano a inizio '900 e inizia a scrivere per l'Avanti! del Partito socialista italiano, occupandosi di arte e cultura. Immersa nella vita meneghina sarà tra i fondatori del Gruppo del Novecento insieme a personalità come Mario Sironi, Achille Funi, Piero Marussig, Malerba e Oppi. Ma è alla politica e in particolare alla militanza socialista che si deve il suo incontro con Mussolini nel 1912, al quale rimarrà legata fino all'alleanza con Hitler e alle leggi razziali, che la costringeranno a lasciare l'Italia e a farvi ritorno solo nel 1947.
(Unioneonline/b.m.)