Marcello Mastroianni, un timido latin lover prestato al successo
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Avrebbe compiuto oggi 93 anni il "divino" Marcello, indimenticabile icona del cinema italiano, attore prediletto di Federico Fellini e partner per eccellenza della grande Sophia Loren, protagonista di capolavori come "La dolce vita", "Divorzio all’italiana", "8 e mezzo", "Oci Ciornie", "I girasoli" e "Todo modo", per citarne solo alcuni.
Al successo non si abituò mai, nonostante i tanti ruoli riusciti, gli attestati di stima di colleghi e registi e soprattutto gli innumerevoli riconoscimenti, da Cannes ai Golden Globe, dal Festival di Venezia fino alla mecca di Hollywood, dove finì per tre volte alle nomination degli Oscar.
E persino nella maturità, quando da tutti veniva indicato come uno dei colossi del nostro cinema, preferiva attribuirne il merito più al caso che alla bravura, tanto da confidare in un'intervista a Oriana Fallaci: "Io ho avuto tanta fortuna, solo fortuna. (...) La fortuna che mi offrissero il cinema, grazie a questo nasino che detesto. Ma il successo di un attore non è quasi mai legato a ragioni nobili e serie".
Non la pensavano così registi come De Sica, Visconti, Monicelli, Comencini, Risi e, naturalmente il già citato Fellini, né tantomeno il pubblico che l'ha amato come maschera comica ne “I soliti ignoti” o “Divorzio all’italiana”, nei ruoli intensi e malinconici di “Una giornata particolare”, “Per le antiche scale” o "Oci Ciornie", e soprattutto nei capolavori felliniani come "8 e mezzo" o "La dolce vita".
E con la stessa modestia - autentica, a parere di chi l'ha conosciuto da vicino - sminuiva l'etichetta di latin lover, dicendo di non piacersi e di non capire cosa trovassero in lui di tanto speciale le donne.
Tante e bellissime, sul set come partner e nella turbolenta vita privata, segnata dal legame ufficiale mai interrotto con la moglie Flora Carabella, dalle grandi storie d'amore con Silvana Mangano, Faye Dunaway, Catherine Deneuve e infine con la compagna Anna Maria Tatò, che gli è rimasta accanto fino alla scomparsa nel 1996.
Discorso a parte per quel rapporto speciale che l'ha legato per l'eternità alla collega e amica Sophia Loren, partner e complice perfetta in ben 12 film.
Un divo atipico, insomma, riservato e timido, lontano dagli stereotipi, ironico e malinconico allo stesso tempo, con quel fare da "adorabile canaglia" che riassumeva con una battuta rubata al "Casanova" interpretato a teatro per Garinei e Giovannini: "Piacere alle donne, ma come si fa? Quest'aria indolente, di furbo innocente, che effetto farà?".
(Redazione Online/b.m.)