Non è usuale che dopo aver pubblicato un libro (1992), dato alle stampe una nuova edizione (2015), un editore decida anche di pubblicare una tesi di laurea: succede al maddalenino Paolo Sorba. Il libro, in dialetto “isulanu” dal titolo “L’isuli du sprafundu (“Le isole del vento fortissimo”), romanzo diviso in diversi racconti aventi per filo conduttore il vento, è di Giancarlo Tusceri, la tesi di laurea di Laura Piredda, entrambi maddalenini.

La presentazione al pubblico della tesi, dal titolo “L’uso scritto del dialetto maddalenino: L’isuli du sprafundu”, discussa con lode nel 2021, nel salone consiliare di La Maddalena, per il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari (relatore il compianto prof. Fiorenzo Toso), è avvenuta sabato scorso 10 dicembre nello stesso salone consiliare, presente la redattrice della tesi, l’autore del libro, l’assessore alla Cultura Gianvincenzo Belli, nonché i vertici del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena rappresentati dal presidente, Fabrizio Fonnesu e dal direttore, Giulio Plastina.

«Questo lavoro nasce dalla passione e dall’amore che nutro verso la mia isola, La Maddalena e il dialetto maddalenino», ha scritto nella tesi e ha ripetuto davanti ad un folto pubblico Laura Piredda. «Da sempre interessata all’isulanu, ascoltavo con attenzione le persone anziane mentre parlavano ed intanto imparavo anch’io. Ma non bastava, sentivo la necessità di conoscere le origini di questo dialetto così particolare, simile al sardo e al corso ma nel contempo diverso. Per tale ragione ho decide di studiare l’isulanu e analizzare il romanzo L’isuli du sprafundu».

Nella prima parte della tesi è riferita la storia dell’arcipelago «per comprendere le origini che hanno influenzato l’isulanu». La seconda è dedicata all’approfondimento del dialetto, la terza presenta l’opera e la analizza anche con un’intervista allo stesso autore, nell’ultima parte il libro viene analizzato dal punto di vista letterario, linguistico e lessicale.

“L’isuli du sprafundu” ha vinto il Premio Romangia per il romanzo sardo, nel 1992.

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