Il viaggio, la tensione al movimento, intriga da sempre il genere umano. Viaggiare incarna per Baudelaire una delle tappe fondamentali che l’individuo deve attraversare nel tentativo di soddisfare almeno in parte l’irrefrenabile e insaziabile voglia di assoluto.

Non importa che si segua la retta via o la via del peccato, conta soltanto giungere a momenti di contatto con l’Assoluto. E su questa scorta, Franco Battiato ha pensato i versi: “Ti invito al viaggio / In quel paese che ti somiglia tanto”.

La collana de L’Unione Sarda intitolata “Murales di Sardegna” è proprio un invito alla scoperta di un itinerario identitario tra i paesi della nostra isola.

Da domani, sabato 22 aprile, sarà in edicola il terzo volume, in vendita con L’Unione Sarda a € 8,50, oltre il costo del giornale.

Guidati dal curatore, il fotografo Gianni Sirigu, i lettori scopriranno le opere d’arte “en plein air” presenti a Capoterra, Carbonia, Cardedu, Cargeghe, Cuglieri, Decimoputzu, Desulo, Donori, Dualchi, Elini, Elmas, Escalaplano, Esporlatu, Esterzili, Fluminimaggiore, Flussio, Fonni, Gairo, Genoni, Gergei.

Le immagini realiste spiccano sin dalle prime pagine del terzo volume: Capoterra offre una visione legata al contemporaneo, come scene di caccia o dei lavori agricoli. Immancabile, naturalmente, la celebrazione a Sant’Efisio; infatti in passato, nel XVII secolo , l’antico borgo aveva assunto il nome di Villa Sant’Efisio. I murales di Carbonia riepilogano le fatiche del lavoro e del vivere quotidiano, quasi un invito a mettere da parte l’agonia del passato e guardare con speranza il futuro.Cardedu, paese ogliastrino, ha un muralismo dai colori che richiamano i Fauves francesi di inizio Novecento. Cargeghe, che affonda le radici in un passato ricco di soddisfazioni, oggi ha fatto dei suoi murales un’attrazione turistica. La visione dei lavori di Cuglieri offre un mix di sensazioni tra classico e moderno. Sacro e profano si dividono i muri di Decimoputzu. Uno dei luoghi da non perdere, soprattutto per tradizione, è Desulo: le opere incarnano i valori più tipici della sardità.

Ancora, Donori con i suoi lavori artistici fortemente poetici. La zona di Dualchi, abitata sin dai tempi nuragici, ha una ricchezza da osservare con curiosità. Le tradizioni occupano i muri delle abitazioni di Elini. Elmas è un centro diviso tra modernità e tradizione; anche i muri rappresentano questa dualità. Escalaplano racconta le radici contadine e agropastorali del paese. Medesimi contenuti, con stile differente, a Esporlatu. Audaci e rassicuranti i murales di Esterzili. Fluminimaggiore è invece un caleidoscopio di stili e racconti. Flussio, celebre per i suoi cestini, li tiene in vita anche con l’arte. A Fonni, i murales sono ricchi di fascino. A Gairo i muri descrivono bene i mutamenti della società locale. Se alcuni volti femminili campeggiano a Genoni, a Gergei, infine, si scoprono generi e soggetti davvero vari. Il viaggio con le parole finisce qui. Ora è tempo di scoprire con le immagini del terzo volume “Murales di Sardegna” questi paesi scrigni d’arte.

Giovanni Follesa

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