Le idee di Gramsci nel libro di Gianni Fresu: «Il suo pensiero si è sviluppato dalle sue radici sarde»
Prefazione di Peter D. Thomas, uno dei maggiori studiosi del pensatore sardoVideo di Massimiliano Rais
Nei suoi interventi fa spesso riferimento «alla centralità della cultura e dell'istruzione che ci mettono nella condizione di scegliere». Echi gramsciani: «Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza», diceva Antonio Gramsci. Pete Buttigieg, segretario dei Trasporti nell’amministrazione di Joe Biden, non a caso richiama frequentemente i temi della cultura e dell'istruzione, centrali nel pensiero di Gramsci: il padre Joseph è stato uno dei più profondi conoscitori delle idee e dei valori espressi dall'autore dei "Quaderni dal carcere", di cui ha tradotto la prima versione in inglese. Il pensiero di Antonio Gramsci continua a produrre frutti, un circuito virtuoso di idee e valori. La conferma giunge dal libro “Questioni gramsciane. Dall’interpretazione alla trasformazione del mondo” di Gianni Fresu (Meltemi editore), con prefazione di Peter D. Thomas, uno dei maggiori studiosi del pensatore sardo. «Antonio Gramsci – spiega Fresu - è l’autore italiano contemporaneo più studiato e tradotto, e ampliando la visuale all’intera storia culturale della nostra nazione, egli condivide questo podio insieme a Dante Alighieri e Niccolò Machiavelli. Una delle ragioni dell’interesse scientifico nei suoi confronti, riguarda l’attenzione riservata dai suoi studi al momento della direzione culturale nella definizione degli assetti di potere di una società moderna. Un tema di assoluta attualità».
Il legame con la Sardegna
Uno dei tratti più caratteristici che l’opera mette opportunamente in evidenza è il legame fortissimo con la Sardegna («Tutta la elaborazione gramsciana è un filo che si dipana dalla sua terra natale, dalla vita sarda, dallo spirito sardo», dice Enrico Berlinguer nel quarantennale della morte di un intellettuale che ha lasciato un segno profondo nella cultura e nella politica del Novecento). «Sebbene più volte evocata, - chiarisce Gianni Fresu - l’importanza di questo vincolo tra Gramsci e la sua terra, ancora oggi, appare non pienamente presa in considerazione. In parte non trascurabile della cultura italiana persiste, forte e radicata, la tendenza a non prendere mai troppo sul serio le vicende della storia sociale sarda, considerata in genere “storia locale” o “storia minore”, di limitato o secondario interesse rispetto alla “Storia con la S maiuscola”. Una sottovalutazione che coinvolge anche molte letture dell’opera di Gramsci, la cui genialità è sovente ricondotta quasi esclusivamente alla “sprovincializzazione” del futuro teorico dell’egemonia nel continente». Gianni Fresu, oggi docente di Filosofia politica all’l’Università di Cagliari, ha insegnato nell’Universidade Federal de Uberlândia (MG/Brasil) dal 2016 al 2023. Ha contribuito a diffondere il “verbo” gramsciano in America Latina in qualità di socio fondatore dell’International Gramsci Society Brasil, di cui è stato presidente dal settembre 2019 al settembre 2022.
Il pensiero e le radici
«Il mio stato d'animo sintetizza questi due sentimenti e li supera: sono pessimista con l'intelligenza, ma ottimista per la volontà», scrive Antonio Gramsci. L’essenza del suo pensiero. Le sue idee si sviluppano dalle radici sarde. «Le porte del “mondo grande e terribile” – annota Gianni Fresu - non furono da lui attraversate per la prima volta varcando il Tirreno, gli occhi di Gramsci erano già rivolti a quella complessità e non malgrado la sua origine insulare, ma proprio per effetto della condizione perifericità di cui era figlio e dalla quale volle emanciparsi non individualmente ma insieme agli strati sociali di diseredati e oppressi della sua terra di cui sempre si sentì parte». Il libro sarà tradotto in portoghese e pubblicato in Brasile dalla “Boitempo” di San Paolo (casa editrice tra le più importanti in America Latina).