Le Domus de Janas come opportunità per combattere lo spopolamento
È uno dei temi affrontati questa mattina nell'incontro a Sassari sul riconoscimento UnescoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono 3.500 le Domus de Janas diffuse nell'isola e il riconoscimento come 61° patrimonio Unesco italiano va sfruttato e valorizzato per avere anche un ritorno economico e sociale. Si è parlato di questo e tanto altro nel Palazzo della Provincia di Sassari durante l'incontro di questa mattina dal titolo "Domus de Janas-Patrimonio dell'Umanità.
L’evento è stato organizzato dalla Associazione Centro Studi Identità e Memoria (CeSIM/APS) in collaborazione con la Rete dei Comuni delle Domus de Janas, la Regione autonoma della Sardegna e il MIC.
Giuseppa Tanda, presidente del CeSIM, già professore ordinario di Preistoria e Protostoria presso l'Università di Cagliari ha evidenziato: “La valorizzazione razionalizzata porta evidentemente allo sviluppo economico, e può significare superamento del problema della denatalità in Sardegna, una ulteriore sfida allo spopolamento. Noi investiamo su questo: non solo nel marketing ma sulla consapevolezza e sui giovani, veri destinatari futuri dei monumenti, provando ad adeguare la nostra ricerca nel metodo e nella sostanza al resto del mondo”.
Roberta Desogus, project manager Talent srl: “Per avere grande impatto economico sui territori interessati occorre un’importante azione di valorizzazione e promozione e puntare su uno sviluppo integrato basato sulle caratteristiche identitarie dei luoghi.”.
Barbara De Nicolo, ingegnere, già docente di Tecnica delle Costruzioni Facoltà di Ingegneria Cagliari. Vice Presidente del Centro Studi Identità e Memoria (CeSIM/APS) ha ricordato: “I Comuni saranno soggetti attuatori dell'adeguamento di ciascun componente del sito seriale in materia di sicurezza, accessibilità, accoglienza, restauro grazie ai contributi erogati per il triennio 2026-2028: 16.100.000 di euro dalla RAS e 5 milioni di euro dal MIC. Entro il primo dicembre 2026 dovranno essere completate le attività previste dalle raccomandazioni UNESCO–ICOMOS su indicatori di monitoraggio, piano di gestione turistica, azioni di coinvolgimento delle comunità locali e di formazione in coerenza con la Convenzione di Faro, formalizzazione del sistema di governance”.
