Un archivio lungo dieci anni di sguardi, relazioni, progetti e idee che hanno attraversato un territorio. Per celebrare il primo decennio della Fabbrica del Cinema, il Csc Carbonia della Società Umanitaria propone una due giorni di film e incontri aperti al pubblico: un’occasione per ritrovarsi, confrontarsi e ripercorrere le tappe di un cammino fatto di film, laboratori, formazione e comunità. Uno sguardo a quanto realizzato, ma soprattutto un modo per scrutare orizzonti futuri, seguendo i principi cardine della Società Umanitaria: fare per capire, preservare la memoria per farne materia viva, capace di comunicare e tramandarsi sotto nuove forme.

Mercoledì 17 e giovedì 18 dicembre la sala “Fabio Masala” accoglierà  registi che con il loro lavoro hanno saputo interpretare questi principi e i cui incontri saranno introdotti e moderati dal direttore artistico del Carbonia Film Festival Francesco Giai Via, che ha curato insieme allo staff della Fabbrica del Cinema la selezione dei film e degli ospiti. In cartellone Sara Fgaier, Gianluca De Serio e Daniele Gaglianone, uno dei più autorevoli documentaristi italiani che da anni ha incrociato il suo percorso con quello della Fabbrica del Cinema. Saranno loro, insieme a partner, istituzioni, compagni di viaggio e addetti ai lavori, a offrire nuovi spunti di riflessione su memoria, territorio, comunità, linguaggi e possibilità future. Un momento di festa e di condivisione, un bilancio collettivo orientato al domani, un modo per restituire al pubblico il senso di una crescita comune.

contentid/b044fa94-5abe-4f94-b6e6-52de4475af10
contentid/b044fa94-5abe-4f94-b6e6-52de4475af10

Si comincia mercoledì 17 dicembre alle 18, quando la sala “Fabio Masala” accoglierà la regista Sara Fgaier e il suo Sulla terra leggeri (Italia 2024, 95’), un film delicato e perturbante che segue il professor Gian nel tentativo di ricomporre la propria memoria ferita dall’amnesia. Attraverso la ricerca di una donna del passato, Leila, e dei frammenti di un amore rimasto sospeso, il protagonista intraprende un viaggio che lo riporta alla radice delle proprie ferite e, allo stesso tempo, della propria capacità di rinascere. Immagini confuse affiorano nella sua mente: il legame con la figlia, il lutto che riemerge come una musica lontana. Tutto concorre a trasformare questa indagine intima in una meditazione sulla perdita, sul ritrovamento e sulla possibilità di tornare a se stessi.

contentid/05e459bb-10fb-4bb7-a0be-1e596e7eb81f
contentid/05e459bb-10fb-4bb7-a0be-1e596e7eb81f

La serata prosegue con Gianluca De Serio, che accompagnerà il pubblico nella visione di Canone effimero (Italia 2025, 120’), realizzato insieme al fratello Massimiliano. Il film è un viaggio nell’Italia invisibile: i protagonisti di questa immersione sono singole persone o piccole comunità remote che lottano contro l’estinzione dei propri orizzonti simbolici, nei gesti di costruttori solitari di antichi strumenti o nelle voci di cantori di canti polivocali del passato. Un’opera che mette in luce le tradizioni polifoniche di varie regioni italiane, sfidando la marginalizzazione di queste culture e ricentrandole attraverso un approccio visivo ispirato alle icone bizantine e all'arte medievale. Il risultato è un diario collettivo, un codice fragile da completare.

contentid/844ec700-e57f-4b73-86ad-5f0dcb3ece8a
contentid/844ec700-e57f-4b73-86ad-5f0dcb3ece8a

La giornata di giovedì 18 dicembre si apre al mattino con la tavola rotonda Film a-temporali e geografia della memoria: il decennale della Fabbrica del Cinema. A partire dalle 10, un’occasione per ragionare sul tempo sospeso della memoria, quello spazio che – come ricordava Lewis Carroll – sarebbe molto povero se potesse “lavorare solo all’indietro”. Nel corso di questi anni, quello spazio è stato attraversato da registi e registe, operatori culturali, studenti e studentesse, associazioni, istituzioni e partner che hanno contribuito a rendere la Fabbrica del Cinema un presidio di idee e progettualità. Sarà questa l’occasione per un bilancio che parlerà di futuro, nel tentativo di immaginare le nuove responsabilità e le direzioni possibili di un lavoro che continua a intrecciarsi con il territorio.

La tavola rotonda sarà animata dalle figure che negli anni hanno direttamente lavorato con la Fabbrica del Cinema. Tra queste Francesco Giai Via, Maria Pina Usai, dell’associazione U-Boot Lab che negli ultimi tre anni ha curato il progetto di residenza artistica Giudicesse 2030, il presidente del CIC Arci Iglesias Mario Tuscano che organizza e promuove la rassegna Giornate del Cinema del Mediterraneo. In programma anche l’intervento dell’esperta in processi partecipativi Francesca Cinus, che nella seconda parte della tavola rotonda proverà ad aprire una finestra sul futuro. Ad accompagnarla la graphic recorder Ilaria Fresa, che tradurrà in tempo reale gli interventi dandone un riassunto visivo.

Le celebrazioni si chiudono la sera, alle 21, con l’attesa proiezione di Cumpartia (Italia 2025, 70’), l’ultimo film di Daniele Gaglianone nato proprio all’interno della terza edizione del programma di formazione Carbonia Cinema Giovani – Filming Lab, organizzato dal CSC Carbonia e finanziato dalla Regione attraverso i fondi previsti per lo sviluppo dell’attività cineportuale nel Sulcis-Iglesiente. Il film, premiato lo scorso novembre a Firenze durante il Festival dei Popoli, è considerato l’autobiografia di un territorio, e sarà proiettato per la prima volta in Sardegna.

Cumpartia è la storia di un ritorno, quello di Ivan, che dopo tre anni in Francia, dove ha lavorato come viticoltore, sceglie il Sulcis per fare il vino insieme ai suoi genitori, nella loro piccola azienda. Il film si articola come il racconto della vita quotidiana di una famiglia di viticoltori, ma il ritorno a casa di Ivan è anche e soprattutto un viaggio interiore, sospeso e rarefatto dove le persone e le cose lasciate nel passato - e ritrovate nel presente - si incontrano nella dimensione emotiva e solitaria del protagonista. Una riflessione sul rapporto con le proprie radici, sul rapporto fra generazioni, sul cosa significa essere figli e su come si vedono i padri e le madri tra malinconie del passato e l’energia necessaria ad affrontare il presente.

Spiega il regista Daniele Gaglianone: «Sento che Cumpartia rappresenta un momento di transizione dentro il mio percorso cinematografico. Forse perché è un film che racconta un passaggio di vita importante per il protagonista che si trova in bilico fra le intenzioni ancora vive del passato e l’energia di nuove prospettive. È un film minimale che tratta di cose primarie ed essenziali: confrontarsi con le proprie radici. Chiedersi che cos’è la terra e quale senso si nasconde dietro ad un albero che cresce. Un film sulla solitudine sulla malinconia e sulla gioia necessaria della condivisione nato proprio dall’incontro inaspettato con un gruppo di amici vecchi e nuovi, che mi ha fatto sentire almeno per una volta ancora la bellezza e il privilegio di raccontare una storia». 
«Se volgiamo lo sguardo a ciò che accadeva dieci anni fa», dice  Paolo Serra, direttore regionale dei CSC della Società Umanitaria in Sardegna, «possiamo dichiararci soddisfatti del lavoro svolto e sempre più desiderosi di svilupparlo in un contesto che è mutato favorevolmente anche grazie al lavoro che La Fabbrica del Cinema è riuscita a realizzare, interpretando al meglio delle sue possibilità gli obbiettivi che si era data, ovvero l’essere facilitatore di processi e catalizzatore di energie e proposte. Se fare formazione, conservazione e promozione della cultura cinematografica e audiovisiva (ma anche promotore della memoria storica isolana e produttore di nuova memoria audiovisiva) erano le direttrici su cui impostare le principali azioni, oggi possiamo affermare che queste linee di sviluppo non hanno mai viaggiato parallelamente ma si sono intrecciate e meticciate, producendo qualcosa di nuovo e bello per il territorio. Dopo due lustri trascorsi da quel 19 dicembre 2015, possiamo dire che il Sud Ovest sardo dispone di un centro di sviluppo che collabora stabilmente con una miriade di soggetti preposti allo sviluppo educativo, produttivo e culturale: l’Università, essendo parte della rete di partenariato dei nuovi master sul cinema che sono stati avviati a Carbonia, così come con la Fondazione Sardegna Film Commission, i tanti Enti presenti, sia pubblici che privati, senza dimenticare l’incessante opera di sostegno all’associazionismo. Il decennio trascorso», conclude, «grazie all’imprescindibile supporto della Regione  per tramite dell’Assessorato ai Beni Culturali, ha così contribuito a consolidare un modello di pratiche e di reti orientate all’innovazione e allo sviluppo futuro».
«Stilando un bilancio di questi dieci anni e guardando intorno a noi ritroviamo uno spazio vivo e capace di catalizzare, ogni anno di più, l’attenzione del mondo del cinema e della cultura», aggiunge Moreno Pilloni,  direttore del CSC Carbonia della Società Umanitaria, «una realtà che dialoga e si mette al servizio delle agenzie educative, dalle scuole di ogni ordine e grado all'Università, così come delle pubbliche amministrazioni del territorio, interpretando al meglio e con sempre maggiori strumenti, quel ruolo di "Centro Servizi" che la Regione Sardegna ci ha affidato. Grazie al progetto della Fabbrica del Cinema il nostro Centro è riuscito ad ampliare il proprio sguardo diventando un vero e proprio luogo di produzione e formazione che cresce insieme al territorio».

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata