Da Porto Torres a Dolianova, da Galtellì a Borutta, da Ozieri a Tratalias.

Le chiese romaniche sono i monumenti meglio conservati in Sardegna, meta di decine di migliaia di visitatori.

«Un filone d’oro del turismo religioso, che può dare sollievo al comparto anche in bassa stagione», dice Antonello Figus, sindaco di Santa Giusta, che nel 2008 ideò l’itinerario delle chiese romaniche dell’Isola, percorso di fede e di storia che oggi coinvolge 46 Comuni. Un progetto cresciuto in questi anni grazie ai fondi europei, «2 milioni di euro che abbiamo speso per la cartellonistica, i cataloghi, il sito internet, la segnaletica».

Adesso l’obiettivo è «creare i servizi attorno ai monumenti, come quelli di guida e di ristoro», mentre resta fondamentale «fare sinergia tra le cooperative». Tutti i Comuni dotati di chiesa romanica hanno puntato su questo monumento l’offerta turistica.

Da Tratalias dove «c’è una cooperativa che lavora da vent’anni», dice il sindaco Marco Piras, a Galtellì dove «sono tanti gli appassionati di storia dell’arte che arrivano per ammirare gli affreschi della chiesa di San Pietro», spiega il sindaco Giovanni Santo Porcu.
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