La vita da romanzo di Sophia Loren
Silvana Giacobini ci racconta il lato più intimo e meno conosciuto della grande divaSofia Costanza Brigida Villani Scicolone compie novant’anni. Molti si chiederanno di chi stiamo parlando, ma dietro questo nome tanto lungo e altisonante – anche se in realtà di origini popolaresche al cento per cento - si nasconde la più grande diva cinematografica italiana del Novecento: Sophia Loren. Un compleanno di questa portata e una star di questa caratura meritano una degna celebrazione e noi ci siamo affidati a una biografia che ci piace definire affettuosa e riconoscente: “Sophia Loren. Una vita da romanzo” (Baldini +Castoldi, 2024, pp. 320, anche e-book), scritta dalla giornalista Silvana Giacobini.
Raccontare la Loren (rigorosamente con l’articolo, come si usava ai tempi in cui riempiva i cinema con i suoi film) espone al rischio del santino oppure dell’agiografia. Giacobini sfugge però a queste trappole raccontandoci la diva che non ti aspetti. Tutti conoscono Sophia Loren, ma pochi conoscono Sofia e la sua vita, una vita diversa da come la si può immaginare. Tutti, infatti, ricordiamo la diva avvolta negli abiti più alla moda, mentre flirta con Cary Grant oppure duella in bravura con Marcello Mastroianni. Oppure la vediamo stringere l’Oscar vinto nel 1962 per il film La ciociara di Vittorio De Sica. Quella è Sophia, con la “h” aggiunta per rendere il tutto più esotico. Poi c’è Sofia, che trascorre l’infanzia con i nonni nella povertà di Pozzuoli, quando mangiava persino i noccioli delle albicocche. C’è Sofia con la sua adolescenza segnata dal difficile rapporto con il padre Riccardo Scicolone che ha un’altra famiglia ed è inaffidabile. C’è poi la forte presenza della madre Romilda, che riversa su di lei i suoi sogni di attrice, e della sorella Maria, che cresce all’ombra di Sofia. In mezzo a tutto questo, la voglia di emergere di Sofia, di fare tesoro dei sacrifici dei nonni e del tempo di guerra, di imparare dalle umiliazioni subite da un padre incapace di assumersi le proprie responsabilità.
La strada per lasciarsi alle spalle la povertà le viene dal cinema e dall’incontro con un uomo, il produttore Carlo Ponti, con cui decide di condividere la propria carriera e la propria vita.
Ponti è già sposato quando incontra Sofia, in Italia con c’è ancora il divorzio negli anni Cinquanta del Novecento e la coppia fa scandalo. Si sposano in Messico e Ponti si ritrova con l’accusa di bigamia. Altri tempi, tempi in cui Sofia, oramai per tutti Sophia, diventa comunque una star a dispetto delle malelingue e di chi vedeva in lei solo una rovina-famiglie, come si diceva all’epoca. Da quei primi anni Cinquanta del Novecento per Sophia sono passati sette decenni, più di un centinaio di film, alcune interpretazioni indimenticabili, su tutte – ma è un giudizio del tutto personale – quella della giovane e improvvisata bambinaia dei figli di Cary Grant in Un marito per Cinzia. Ne è passata di acqua sotto i ponti della Settima arte, mode e attrici sono molto cambiate rispetto ai tempi della Loren. Se però il cinema è magia e sogno, Sophia ne è stata una delle interpreti di maggior talento e di maggiore incanto.
Molti i sacrifici che l’hanno portata a realizzare il suo sogno. Anche per vivere la sua storia d’amore con Carlo Ponti ha dovuto sopportare parecchie offese.
Sofia ora vive a Ginevra, ma ha abitato in case da sogno a Londra, New York, Parigi. Ha interpretato oltre un centinaio di film, sa parlare in napoletano, ma conosce quattro lingue. Ha vinto l’Oscar con il vestito a brandelli della Ciociara, ma indossa gli abiti di Armani. Una vita da romanzo, da leggere tutto d’un fiato, per scoprire anche le sue verità nascoste.