Scomparso due anni fa, all'età di 94 anni, Ercole Contu è stato uno dei pionieri dell'archeologia sarda.

L'Università degli Studi di Sassari gli dedica "La Sardegna e il Mediterraneo: dall'archeologia alla società", due giornate di studi aperte a tutti che si terranno nell'Aula Magna venerdì 17 e sabato 18 gennaio, dalle 9 alle 19.

L'evento è promosso dal Ce.Sim (Centro studi Identità e Memoria), dai Dipartimenti di Storia, Scienze dell'Uomo e della Formazione e di Scienze Umanistiche e Sociali dell'Ateneo, dal Museo scientifico dell'Università di Sassari (mUNISS) e dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro.

Il convegno, che può contare sul contributo dell'Istituto Superiore Etnografico della Sardegna (ISRE), vedrà la partecipazione di decine di studiosi, in diverse sessioni: dal Neolitico fino all'età post-classica, senza tralasciare il quadro generale della Sardegna nel Mediterraneo, le metodologie di indagine archeologica e di conservazione.

In apertura, dopo i saluti istituzionali, saranno proposte le testimonianze di quanti hanno conosciuto e amato la straordinaria figura dello studioso, e sarà proiettato il documentario "Ercole Contu e la scoperta della Tomba dei Vasi Tetrapodi", premiato all'Archeofilmfestival di Firenze.

Ercole Contu, nato a Villanovatulo il 18 gennaio del 1924, è stato uno dei maggiori protagonisti del panorama dell'archeologia sarda. Le sue fondamentali ricerche archeologiche presso l'Altare di Monte d'Accoddi, iniziate nel 1952 su impulso di Antonio Segni, sono proseguite fino al 1958, anno in cui Contu è stato ammesso alla Scuola archeologica di Atene e agli scavi di Creta.

A lui si deve anche l'allestimento secondo moderni criteri museologici del Museo Sanna di Sassari, nelle sue parole "un museo per tutti".

Nel 2003 è stato nominato Professore emerito dell'Università di Sassari.
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