Valorizzazione di biodiversità e zone umide: sul tema, almeno per un giorno, la Sardegna è stata al centro del mondo grazie al convengo internazionale organizzato questa mattina alla Mediateca del Mediterraneo (Mem) di Cagliari nell'ambito di Maristanis, il progetto pilota della per la definizione di un sistema di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano e del Sinis.

Il progetto è coordinato dalla Fondazione MEDSEA in collaborazione con l'Area Marina Protetta Penisola del Sinis - Isola di Mal di Ventre, e cofinanziato dalla Fondazione MAVA.

Durante la mattinata i massimi esperti internazionali del settore si sono confrontati sulla tutela delle zone umide, la loro individuazione e delimitazione, gli studi sugli aspetti caratteristici, in particolare sull'avifauna, e i programmi per la loro conservazione e valorizzazione.

"Il progetto - ha commentato Vania Statzu della Fondazione MEDSEA - si inserisce proprio in questo scenario. Il nostro obiettivo è costruire un laboratorio, un esempio per tutto il bacino del Mediterraneo. Le zone umide coinvolte nell'iniziativa, infatti, forniscono significativi benefici economici, sociali e culturali e sono siti di primaria importanza per la biodiversità. L'opportunità di lavorare a stretto contatto con i territori in un continuo confronto con gli esperti locali ed internazionali, così come sta succedendo oggi, ci dà la possibilità di costruire delle azioni concrete per la tutela e la messa in valore delle zone umide".

Oggi si contano in Sardegna otto siti sensibili: due attorno a Cagliari (Molentargius e Stagno di Cagliari) e sei nel Golfo di Oristano e Penisola del Sinis (Sale'e Porcus, Mistras, Stagno di Cabras, Pauli Maiori, S'Ena Arrubia, Corru S'Ittiri - Marceddì - San Giovanni).

Maristanis avrà la durata di sei anni e si avvarrà di un finanziamento complessivo di 4 milioni di euro.
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