Si racconta la storia di se stessi quando si ha la capacità per farlo. Manuele Derudas, ha aspettato il momento giusto, prima di prendere coscienza di sé e del linguaggio di una pellicola. È nato a Porto Torres 43 anni fa, si chiamava Manuela ed è diventato Manuele a 30 anni. Racconta la sua storia autobiografica in un film-cortometraggio, un progetto inedito intitolato “4 Luglio-La mia rinascita” che verrà presentato, giovedì 4 luglio alle ore 19, presso la sala congressi Filippo Canu. Non è soltanto un film sulla transizione da donna a uomo, ma un messaggio sulla libertà e il cambiamento, una esplorazione tra le proprie ossessioni e passioni fino alla scoperta della propria identità. Una rinascita.

«Voglio lanciare un messaggio forte e chiaro», dice «sono stato per tanto tempo intrappolato in un corpo sbagliato, osservavo la vita degli altri che andavano al mare,vivevano la loro esistenza, mentre la mia era ferma come se fosse inesistente. Ma la speranza non muore mai», spiega Manuele. Ha scelto di farsi chiamare sui social Damon Kalel. Il percorso di transizione è iniziato nel 2007 con visite mediche, cure ormonali e lungaggini della burocrazia. Il 4 luglio 2011 l’operazione chirurgica all’ospedale di Bologna. «Sono entrato in sala operatoria alle 7 del mattino e terminato alle 17 del pomeriggio. Ben 10 ore di intervento. Con due equipe di chirurghi che hanno eseguito l’operazione in due tempi». Poi 3 mesi di convalescenza. Il 14 febbraio 2012 i documenti al maschile: nella carta d'identità, patente e codice fiscale appare il nome Manuele.

«Tutte date importanti per me», spiega «il 4 luglio è la festa della liberazione e in più è la data della morte di mia nonna. Quando ero sotto i ferri l’ho sognata, mi diceva che la mia luce non si sarebbe mai spenta». Il 14 febbraio, invece, è la data dell'amore. È la spinta per andare avanti. «Ho affrontato tante battaglie, discriminazioni e cattiverie gratuite, lettere anonime, telefonate sgradevoli che mi hanno spinto a staccare la linea fissa. Hanno cercato di distruggere la mia vita rendendola ancora un inferno, peggio di quanto non lo fosse prima. Ma tutto ciò mi è servito per affrontare al meglio la realtà, il dolore fortifica e oramai non mi tocca più nulla. Ho imparato ad apprezzare tutto ciò che l'universo mi dona». Con lo spettacolo di domani 4 luglio Manuele intende lanciare un messaggio, esortare i giovani d'oggi ad avere il coraggio di essere autentici, ad amare la vita in tutte le sue sfaccettature. Il suo progetto dice che maschio e femmina sono solo categorie. «Noi siamo soprattutto esseri umani». La presentazione è affidata ad Antonello Unida. Le riprese sono state girate dal regista Andrea Kondra. 

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