La Marmora e Sella: dopo 160 anni i discendenti del generale e del ministro tornano a Iglesias.

Dopo oltre un secolo e mezzo torna un Viaggio in Sardegna dei La Marmora: a Iglesias fino a oggi (3 ottobre) è stato in visita il discendente del generale-esploratore Alberto Ferrero, il marchese Francesco Alberti, con sua moglie, Silvia Marsoni, oncologa di fama internazionale, che per parte di madre appartiene alla dinastia del ministro Quintino Sella.

A parlare loro del territorio è stata l'Associazione mineraria sarda, che insieme alla Cerchiconcentrici ha scovato a Biella i marchesi e li ha invitati a vedere coi loro occhi i segni che i loro avi hanno lasciato qui.

Qualcosa che neanche la stessa famiglia immaginava. Hanno visto il Minerario, scuola istituita dal ministro Sella, e i suoi musei come quello dell'Arte mineraria in cui sono stati accompagnati dall'Associazione dei periti industriali minerari e minerari geotecnici.

Sono rimasti affascinati da ogni dettaglio a partire dalla galleria scavata sotto l'istituto dagli studenti che si esercitavano per il loro futuro lavoro.

"Siamo stupefatti dalla quantità di manufatti presenti", hanno raccontato.

"In Germania c'è un museo in cui parte dell'allestimento è costituito da materie essenziali come paglia, quanto vedo qui è simile ma più ricco. Iglesias e il territorio hanno grandi potenzialità, l'importante è metterle a sistema. Si potrebbe lavorare insieme".

Francesco Alberti La Marmora è un esperto di beni culturali, a Biella ha riportato allo splendore il suo palazzo facendone un centro di promozione sociale e di ricerca.

Come il generale Alberto, i marchesi hanno girato tutta la città vedendone luce e ombre.

Non hanno nascosto emozione nello stare nelle piazze, cuore del centro storico, dedicati ai loro antenati. Affascinati dal palazzo con le scritte pubblicitarie che porta il loro nome e dal monumento di Giuseppe Sartorio.

"Non avevamo mai visto un mezzo busto dedicato a Quintino Sella, di solito è ritratto per intero e in abiti d'epoca".

Unico neo, la cura: manca una parte nella decorazione del ramoscello in metallo. È caduto la settimana scorsa nell'aiuola e non si vede più la targa dedicatoria che è coperta dalla vegetazione.

"Così purtroppo l'opera è decontestualizzata".

Un invito alla valorizzazione di quello che è il monumento-simbolo della città che i geologi Lorenzo e Luciano Ottelli avevano lanciato già nel 2013 nel loro "Piccole storie di uomini e miniere dal passato", opera che riprende in chiave attuale il "Voyage" di La Marmora. Per ora rimbalza nel vuoto.
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