Da più di cinquant’anni Gian Piero Brunetta, professore emerito di Storia e critica del cinema all’Università di Padova, coltiva un grande amore: quello per il cinema italiano. In un’intervista di una ventina di anni fa non a caso si definiva «uno studioso indisciplinato, un viaggiatore nelle immagini onnivoro, che non si nutre solo di cinema, inquieto e curioso che ama mescolare gli strumenti, contaminare le metodologie, lavorare sia da solo che in gruppo anche a progetti tutt’altro che accademici. Ho usato tutti i mass media disponibili per parlare del cinema italiano, per cercare di raccontarne con orgoglio nazionalistico la sua grandezza all’interno del cinema internazionale (ma non ho cercato di nasconderne crisi e miserie)».

Alla cinematografia nostrana Brunetta ha dedicato studi e un’insaziabile passione sfociata in alcuni libri fondamentali per conoscere la Settima arte di casa nostra.

"Cinema italiano. Una storia grande 1905-2023” (Einaudi, 2024, pp. 592, anche e-book) appartiene al novero di questi testi indispensabili per chi ama le pellicole del Belpaese. Nato con l’intenzione di offrire ai molti studenti di cinema un primo sguardo d’insieme e suggerire nuove strade di ricerca, il libro assume, infatti, le caratteristiche di una cavalcata tra registi, attori, film, generi cinematografici, una cavalcata capace di trascinare anche il semplice appassionato, invitandolo a godere delle enormi e fino a pochi anni fa inimmaginabili possibilità di immersione nel cinema italiano del passato, tornato a vivere in tutte le sue forme grazie ai restauri, alla rete, alle piattaforme digitali.

L’avventura del cinema italiano si rivela allora come una storia di storie che, in più momenti, ha orientato e modificato il corso del cinema mondiale. Una storia che ha cambiato in maniera profonda i modi narrativi, stilistici, espressivi e produttivi di molte cinematografie e da affrontare in una nuova ottica, potendo contare su fonti filmiche e sulla loro facile accessibilità in una misura inimmaginabile solo qualche anno fa.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il percorso del volume di Brunetta tiene così conto della micro e macrostoria, delle riscoperte e della recente opera di restauro e valorizzazione del patrimonio del cinema muto e di quello tra le due guerre. Soprattutto il volume dedica ampio spazio agli ultimi vent’anni del cinema italiano, un periodo ancora poco studiato dalla critica e su cui Brunetta invita a una profonda riflessione. È un periodo che conosce un cambiamento profondo di tutti i paesaggi produttivi, autoriali, tecnologici e di consumo. Grazie all’avvento del digitale e alla scomparsa di pellicole, cineprese e moviole, si è affermato in questi anni un nuovo modo di raccontare dai confini sempre più vasti.

In questo contesto il cinema italiano continua a dare prova di grande vitalità, reinterpretando i generi principali della sua tradizione, dal film di impegno civile o di rivisitazione della storia recente, dal film drammatico al crime, a quelli di scavo psicologico alla commedia e al comico. Così, accanto ai grandi nomi dei classici, il lettore incontrerà, in una prospettiva sempre attenta a raccontare la storia del cinema italiano nella più ampia storia sociale dell’Italia, la produzione recente dei registi dalla fama ormai consolidata (da Avati a Bellocchio, da Olmi a Moretti, da Verdone a Mazzacurati, da Giordana a Tornatore), ma anche le voci nuove e in molti casi prestigiose: Sorrentino, Garrone, Martone, Virzí, Archibugi, Comencini, Rubini, Soldini, Özpetek, Andò. Nomi che ci fanno capire come la lunga avventura del cinema italiano sia tutt’altro che finita.

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