Esce su Al Jazeera per la serie “Close Up” (disponibile anche online) il nuovo documentario della regista sardo-australiana Lisa Camillo "The Sardinian factory of death", “La fabbrica sarda della morte”.

Un accorato racconto della storia del comitato di cittadini che lotta per chiedere di riconvertire la fabbrica di bombe Rwm di Domusnovas di proprietà della tedesca Rheinmetall.

Lisa Camillo ha già firmato il premiato lungometraggio "Balentes - I coraggiosi", uscito nei cinema australiani e oggi disponibile su alcune piattaforme di streaming.

Nei 12 minuti del docu-film vengono intervistati alcuni portavoce del Comitato per la riconversione della fabbrica, definiti nella presentazione come "un gruppo di coraggiosi". Tra i temi toccati non solo la guerra, con tanto di riferimento alle parola di Papa Francesco che ha chiesto lo stop alla fabbricazione di armi, ma anche il futuro dei lavoratori dello stabilimento di Domusnovas e del territorio del Sulcis.

Lo stabilimento a Domusnovas (foto concessa @aljazeera)
Lo stabilimento a Domusnovas (foto concessa @aljazeera)
Lo stabilimento a Domusnovas (foto concessa @aljazeera)

Il filmato si apre con un’immagine choc che divide in due lo schermo: da un lato una spiaggia della costa sarda in estate, dall'altra un bambino che entra in mare nello Yemen in guerra. L'accostamento tra le armi prodotte in Italia e la guerra in Medio Oriente era stato fatto anche dal New York Times in un reportage del 2017.

Il governo italiano aveva bloccato le licenze del 2016 e 2018 per l'export di bombe d'aereo verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti dopo diverse polemiche sui bombardamenti in Yemen. Recentemente è arrivato anche lo stop del Consiglio di Stato all'ampliamento dello stabilimento in Sardegna: una procedura che dovrà riprendere da zero.

"I cuori dei sardi dovrebbero opporsi a questo scempio - avverte la regista - dovrebbero combattere per riappropriarsi della propria terra, dovrebbero dire basta. Io l'ho fatto, ho ricevuto diverse minacce, ma non mi sono mai fermata né mi fermo".

(Unioneonline/v.l.)

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