Cinema, arte, moto e mito. E amicizia. Nel nome di Federico Fellini e Leo Catozzo. All’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, in occasione dell’inaugurazione della retrospettiva “La dolce vita di Fellini e Catozzo: tra sogno, magia e realtà”, si è celebrato questo e altro.

La mostra fotografico-documentale, visitabile fino al 31 dicembre nella Sala Arrivi e all’ArtPort Gallery (ingresso libero), è un omaggio straordinario al genio cinematografico di Federico Fellini e al talento innovativo di Leo Catozzo, montatore di capolavori come “La Strada”, “Le Notti di Cabiria”, “La Dolce Vita” e “8½”: in esposizione alcuni prototipi originali della celebre pressa Catozzo, un’invenzione rivoluzionaria che ha cambiato per sempre il montaggio cinematografico.

I film

«La mostra testimonia una grande amicizia tra mio padre e Fellini e stimola una serie di ricordi della mia infanzia, legati tanto alla sfera affettiva che a quella professionale. Il successo della pressa Catozzo fu infatti rilevante nella realizzazione di due dei capolavori felliniani assoluti, “La Dolce Vita” e “Otto e Mezzo”, ma quando per mio padre subentrarono successivamente altre sfide lavorative, e lui e Fellini si dovettero allontanare, i rapporti si incrinarono inevitabilmente», rivela il figlio di Leo, Alberto Catozzo, che ha partecipato al taglio del nastro insieme ai direttori artistici Fabio Alescio e Tiziana Biscu, al Ceo di Geasar Silvio Pippobello, alle dirigenti dell’Assessorato regionale al Turismo Alessia Pillai e Valentina Pisano e al presidente del Museo del Sidecar di Cingoli Costantino Frontalini.

Le moto

Grande attenzione nella mostra ideata e organizzata dall’associazione culturale Il Leone e le Cornucopie è riservata alle motociclette, con nove motocicli originali accuratamente restaurati dal Museo del Sidecar di Cingoli: le due ruote rivestono un ruolo simbolico fondamentale nei film di Fellini, rappresentando libertà, ribellione e modernità.

Non a caso Frontalini, direttore del museo marchigiano dove sono conservati molti veicoli dei principali film dell’industria cinematografica italiana a soggetto motociclistico, sottolinea la presenza in mostra del veicolo simbolo de “La Dolce Vita”, la vespa sulla quale i paparazzi fuggivano dopo aver immortalato scatti rubati: «Il loro era un mestiere in velocità per potersi guadagnare da vivere, e grazie a un veicolo come questo, che li facilitava per le due ruote e il cestello posizionato sul manubrio anteriore per riporre la proprio macchina fotografica e il flash, riuscivano a collezionare risultati sorprendenti. Non solo un mezzo di trasporto, quindi, ma un vero e proprio strumento di lavoro».

Tra i pezzi iconici spiccano il motocarro Zampanò, protagonista del capolavoro “La Strada”, che rappresenta il duro e poetico vagabondare del personaggio interpretato da Anthony Quinn, l’Harley-Davidson WL 750 di “Amarcord” e la Ducati Indiana 650 di “La Voce della Luna”, ultima opera del regista.

Gli eventi collaterali

Nell’ambito dell’inaugurazione sono state distribuite copie del volume “Leo Catozzo. La dolce vita di Fellini e Catozzo”, a cura di Silvia Nonnato, ed è stato annunciato dagli organizzatori il calendario degli eventi culturali previsti all’interno della mostra: le proiezioni de “La dolce Vita” e “Amarcord” nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, rispettivamente l’11 e 14 dicembre alle 20, e il doppio evento musicale in programma il 16 dicembre a partire dalle 21, con l’esibizione del maestro Gian Domenico Anellino, che eseguirà  le più famose colonne sonore del cinema, e la performance del Gruppo Gospel di Olbia Movin’on Up Gospel Choir, che concluderà la serata con i canti  natalizi.

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