Il poker rimanda, nel nostro immaginario, ai saloon del vecchio West oppure a bische fumose e piuttosto losche. Las Vegas poi immediatamente ci fa venire in mente una gigantesca Disneyland tutta luci, insegne e slot machine.

Il giornalista Giuliano Malatesta prova ad andare al di là di stereotipi molto ben radicati nel suo "Poker a Las Vegas” (66thand2nd, 2022, pp. 144, anche e-book), sorprendente e divertente reportage sulla città regina del gioco d’azzardo.

Un reportage sorprendente perché emerge il ritratto di una città non così banale come si vorrebbe pensare, perché ultimo esempio e totem indiscusso di quel che rimane del nostro Novecento capitalistico. Non per nulla, non senza un pizzico di ironia, Malatesta definisce Las Vegas “l'ultimo posto onesto d'America”, un luogo dove l'etica del capitalismo più spietato - quella secondo la quale conta solo il guadagno e la sconfitta di ogni concorrente - è messa a nudo senza inganni e ipocrisie. Senza alcuna pietà per i perdenti.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Per costruire il suo itinerario narrativo l'autore non ha fatto altro che immergersi nei sogni e negli incubi di questa città sorta nel deserto del Nevada come macchina regalare illusioni a pochi e mangiare soldi a quasi tutti. Ci ha passato quattro settimane partecipando alle World Series of Poker, l'equivalente dei nostri campionati del mondo. Malatesta ha giocato (con risultati alterni da giocatore appassionato ma dilettante come lui stesso si considera), curiosato dietro le quinte, ascoltato giocatori e imprenditori, chiacchierato con una quantità di personaggi bizzarri per raccontare dall'interno il variopinto universo che si muove attorno a uno dei giochi strategici più affascinanti di sempre, variante ludica di un sogno americano alla costante ricerca di rinnovamento. Un sogno americano che a Las Vegas non premia i più fortunati, come verrebbe immediatamente da pensare, ma chi sa essere il migliore in un gioco, il poker, che richiede talento, intuito, psicologia, abilità, capacità di prendere decisioni in tempi rapidissimi e attenzione nel cogliere anche da segni quasi impercettibili le strategie degli avversari.

Il risultato è un racconto sull’America di ieri e un reportage che parla dell'America di oggi, in un libro che ripercorre le vicende che ci hanno portato fin qui, dalle gesta leggendarie dei primi pokeristi professionisti di Las Vegas – scommettitori, geni della matematica e disadattati sociali - per arrivare alle avventure dei nuovi fenomeni provenienti dalla galassia online. Giovani nerd abituati a ragionare come computer e a stritolare i concorrenti come se si fosse sempre in un gioco virtuale.

© Riproduzione riservata