Un documentario creativo che ha cercato l’incontro con i pastori partendo da due luoghi geografici lontani, ma ugualmente centrali nella storia del pastoralismo del Mediterraneo: la Sardegna e la Palestina. L'ultimo film del regista e fotografo sassarese Fabian Volti è ormai quasi pronto. Il titolo è “Abele” e fa riferimento a un pastore, un testimone resiliente nello sguardo antropologico e politico del regista verso gli avanzi di società, verso quelle comunità quasi invisibili perché ai confini periurbani di città, paesi, territori, isolate come per custodire ancora un “mondo perduto”, che il regista filma con la stessa urgenza di rappresentare la dimensione umana e del paesaggio socio-antropologico del pastoralismo del presente, settant'anni dopo Vittorio De Seta.

“Abele” ha avuto le sue ultime riprese in Palestina, nei deserti rocciosi di Gerico e Betlemme in cui vivono in area C (sottoposta al controllo israeliano) tribù di pastori beduini che ancora praticano un attività agropastorale di sussistenza, in parte nomade ma sempre più stanziale, che viene tramandata di generazione in generazione.

Il regista sassarese Fabian Volti ha curato anche la direzione della fotografia con la collaborazione di Roberto Achenza per le riprese in Sardegna e di Luigi Bosio in Palestina. Aiuto regia e montaggio sono di Stefania Muresu, le musiche originali di Federico Fenu, il montaggio sonoro di Carlo Doneddu, il supporto della location manager Claudia Sedda in Supramonte, insieme a Lavinia Rosa, Natali Shaheen, Fadwa Kharabsheh che hanno curato l’organizzazione del viaggio in Palestina.

Prodotto con il contributo della Regione Sardegna (Bando persone fisiche) “Abele” è sostenuto dalla Fondazione Sardegna Film Commission con il Fondo Location Scouting, la coproduzione di Roda Film, la collaborazione dell’associazione Ponti Non Muri e della Società Umanitaria - Cineteca Sarda per i filmati d'archivio di Fiorenzo Serra.

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