Il metodo Kaizen sbarca a Cagliari
Michele Sestu presenta il suo saggio con la prefazione di Bruno FabianoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Arriva per la prima volta in Sardegna il metodo Kaizen grazie al libro di Michele Sestu “Apprendere col Kaizen”, un saggio dedicato al sistema educativo in ambito scolastico impreziosito dalla prefazione di Bruno Fabiano del Kaizen Institute Italia.
Il lavoro di Sestu, pianista, compositore, docente, producer ed esperto in didattica della musica, sarà presentato a Cagliari questa sera, venerdì 4 ottobre, alle ore 18 presso l’auditorium della Chiesa del SS. Crocifisso.
Si tratta della trasposizione del metodo Kaizen da metodo per il miglioramento nell’industria a metodo per il miglioramento nell’apprendimento e nell’insegnamento.
Il significato originale della parola giapponese "Kaizen" dal Dizionario Shogakukan potrebbe essere letteralmente tradotto come "L'atto di migliorare i punti negativi".
La traduzione più popolare è "cambia in meglio", anche per migliorare.
Sebbene ciò sia vero, c'è molto di più.
Indipendentemente da quello che si pensa, il miglioramento continuo non è l'unica definizione di Kaizen, che invece, ne è il risultato.
In effetti, la traduzione letterale del miglioramento continuo in giapponese è "Kairyo".
Kaizen è più un processo interno che accade nella cultura e nella mente.
L'obiettivo è realizzare il potenziale di ciascuno, rompere lo status quo e in questo modo ottenere miglioramenti: quindi un modo più preciso per definire Kaizen sarebbe la locuzione "auto-sviluppo continuo".
In realtà, il senso moderno della parola ha avuto origine nelle fabbriche automobilistiche giapponesi.
Dopo la seconda guerra mondiale molte aziende nipponiche furono influenzate dalle metodologie introdotte dai consulenti americani, inviate nell'ambito del piano Marshall.
Sebbene questa pratica sia stata implementata altrove, nell’industria delle quattro ruote è l'esempio più brillante: in alcune note aziende del Sol Levante si è ottenuto, grazie al metodo Kaizen - creando sistemi di gestione efficaci per generare, acquisire e rivedere miglioramenti in cicli infiniti - un eccellente livello di miglioramento continuo.
Al fine di raggiungere Kaizen, è necessario adottare la pratica dell'autocritica.
In giapponese, quella pratica è conosciuta come "Hansei": significa che è necessario ritenersi responsabili e trovare un margine di miglioramento continuo anche se tutto procede secondo i piani.
L'adozione di questo tipo di mentalità darà la possibilità di rompere lo status quo e spingersi ai limiti.
Mentre il pensiero positivo mostrerà tutto come un "successo", sarà l'emozione negativa di "avrebbe potuto essere migliore" che indicherà la motivazione per migliorare continuamente e conquistare nuove vette.
«Quando parlo di apprendimento parlo anche di insegnamento, poiché sono la stessa cosa - spiega Michele Sestu - per me l’insegnamento non è trasmissivo, bensì è da intendersi come il motore che fa muovere e sviluppare la metacognizione nel discente di pari passo con la costruzione di capacità che hanno a che fare col problem solving applicato all’apprendimento».
«In sostanza cerco di trasformare ogni discente in un ‘autodidatta esperto’, in grado cioè di mettere in atto strategie superiori di apprendimento, basate sull’esperienza formativa pregressa - continua l'autore - una sorta di interesse composto relativo alle proprie competenze: il mio insegnamento mira ad utilizzare gli strumenti pratici del metodo Kaizen come il ciclo di Deming da applicare al proprio stile di apprendimento, creando così quello che io chiamo ‘standard di apprendimento’, che una volta definito per ciascuno di noi, può essere, e deve essere, sempre migliorato. La trasposizione - conclude l’esperto isolano del metodo Kaizen - include anche l'individuazione dei ‘muda’, azioni che non aggiungono efficienza a uno standard, e della loro controparte nell’apprendimento di qualsiasi materia, ovvero i muda cognitivi».
L’evento è ad ingresso libero e gratuito.
L.P.