I Templari, l’Antipapa Clemente VII, la repubblica monastica dell’Anglona, i segni lasciati sulla pietra dai maestri muratori e i bivacchi della fanteria di Aragona: c’è questo ed altro, nella storia della chiesa di San Pietro delle Immagini, a Bulzi.

Un edificio romanico costruito tra i secoli XI e XII e che ancora nasconde molti segreti. Grazie a uno scavo archeologico finanziato dalla Diocesi di Tempio e dal Comune di Bulzi, stanno arrivando le prime risposte alle domande degli storici, sulla funzione di questo edificio e le ragioni della sua collocazione, da un punto di vista geo politico e religioso.

L'ingresso della chiesa di San Pietro
L'ingresso della chiesa di San Pietro
L'ingresso della chiesa di San Pietro

Il lavoro degli archeologi della società Entos, coordinato da Domingo Dettori, ha portato a risultati inattesi. Sono stati scoperti i resti di un monastero cassinese, il cui ingresso si trova davanti alla facciata della chiesa. Una delle sedi di quella che può essere definita una sorta di repubblica monastica dell’Anglona. Nei decenni finali del 1300, cattedrale di un anti vescovo di obbedienza romana, schierato contro la sede apostolica di Avignone. Si parla del periodo dello Scisma di Occidente e la chiesa romanica edificata nel cuore dell’Anglona, in aperta campagna, rivela i segni dello scontro tra Papa e anti Papa.

I resti dell'antico monastero
I resti dell'antico monastero
I resti dell'antico monastero

Il monastero era molto ricco e poteva permettersi l’acquisto di uno stupendo gruppo ligneo, oggi custodito a Bulzi. I Templari, che finanziarono l’ampliamento della chiesa, hanno lasciato la loro firma. In una pietra è visibile una croce a sbalzo e, soprattutto, l’edificio, all’interno, funziona come un orologio. La luce, entrando nel tempio, segna sulle pareti le ore.

Gli scavi archeologici
Gli scavi archeologici
Gli scavi archeologici

Due travi, restaurate, hanno riconsegnato il nome del vescovo Nucolaus Galulesu, committente della ricostruzione del tempio nel 1461. Gli archeologi hanno trovato anche le tracce della distruzione, per opera della fanteria aragonese, nei primi decenni del 1400, dopo la morte di Eleonora d’Arborea.

Gli scavi, voluti dal direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tempio, don Francesco Tamponi, proseguono.

E l’enigma non è stato ancora decifrato. Ad esempio, non si conosce il significato del bassorilievo, con tre personaggi oranti, nella facciata della Chiesa. San Pietro delle Immagini, il cui nome è stato anche San Pietro di Nurki e di Gusulbi, è visitata da migliaia di persone, ogni anno.
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