I magnifici otto cuochi sardi in cucina per un progetto di solidarietà
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Sono stelle, decisamente stelle.
Ai fornelli ma anche al di fuori delle loro cucine, perché amano aprirsi al sociale, alla solidarietà. Perché vogliono fare gruppo e promuovere l'immagine della Sardegna, perché non disdegnano di indicare ai giovani la strada. Seminano, insomma, sperando che nascano buoni frutti.
AMICI PER SEMPRE - Sono un gruppo di cuochi, prima di tutto amici, che, compatibilmente con i propri impegni, sono sempre pronti a cucinare per iniziative di beneficenza. Fanno parte di un'associazione, "Cuochi per l'Isola", che ultimamente, a causa di problemi organizzativi, ha perso un po' di smalto.
Eppure, trovano sempre il modo di riunirsi, caricare in auto gli strumenti del mestiere e mettere il loro sapere al servizio della solidarietà. Guai a dirglielo (e non ce ne vogliano gli altri), ma sono i più bravi cuochi dell'Isola: Clelia Bandini, Leonildo Contis, Stefano Deidda, Pierluigi Fais, Roberto Petza, Achille Pinna, Luigi Pomata, Roberto Serra.
Mangiare al loro desco è un'esperienza unica, parlare con loro, rendersi conto dell'amore che provano per la loro terra, per la cultura, per l'arte, per la loro professione è altrettanto appagante.
ESTROVERSO - Luigi Pomata - ci sono pochi dubbi - è uno dei trascinatori del gruppo. Personaggio imponente - sia fisicamente che per personalità - ammalia, conquista, gigioneggia, lancia saette. In un afoso mattino di agosto sta "spadellando" a beneficio di un servizio televisivo per Videolina. In quattro e quattr'otto inventa due ricette fresche e leggere per alimentarsi al meglio nei giorni di gran caldo. Ha tempi televisivi, velocità, fantasia.
Un po' di pasta artigianale, gamberi crudi, cozze, melanzane arrostite, olio extravergine al basilico e voilà. Con l'acquolina in bocca, lo sentiamo dire che "siamo pronti ad andare dove ci chiamano. È un dovere fare qualcosa per gli altri".
L'AFFONDO - Esaurita la parte politicamente corretta, ecco gli strali: "In giro c'è un sacco di gente improvvisata. Sono i danni di Masterchef. Vengono da me, seguono un corso di cucina amatoriale e l'indomani aprono un ristorante".
"Per rientrare nei costi risparmiano sulle materie prime e i clienti li abbandonano. Io prima di affermarmi ho studiato, girato, appreso. Come si fa a cucinare, e quindi a valorizzare il territorio, se non se ne conosce la storia e la cultura? Dirò di più, bisogna conoscere la cultura e la storia del mondo, se si vogliono regalare emozioni con un piatto".
RISERVATO - Poco più in là incontriamo Stefano Deidda, l'altra faccia della medaglia. Riservato, quasi silenzioso, umile. Ma con il genio della cucina nelle mani e nella testa.
"Vorrei che l'associazione fosse più attiva. È giusto uscire dalle nostre cucine, confrontarsi con il mondo, aiutare, promuovere il territorio e i suoi prodotti. Solo così si migliora".
ISOLA AL QUADRATO A Sant'Antioco, nonostante questi siano giorni caldi per il turismo, Achille Pinna trova tempo e modo di infervorarsi.
"Siamo un gruppo di amici che vuole fare qualcosa per la nostra società. Associazione o no, non smetteremo mai di incontrarci e farci ambasciatori di una Sardegna diversa: accogliente, solidale, unita".
Questi cuochi hanno la capacità di fare gruppo, che poi è quello che manca a noi sardi, noi che siamo quelli di chentu concas, chentu berrittas .
IL PRESIDIO - Roberto Petza, nel suo fortino di cultura gastronomica a Siddi, idealmente annuisce. Crede nella necessità di unirsi e collaborare e tiene a ribadire: "Il motore di tutto è la passione e l'amore per il nostro territorio. Non la voglia di lucrare. Quando qualcuno ha pensato ciò", dice concedendosi una stilettata, "è stato messo da parte".
In fondo, la Sardegna è un puntino nell'immensa carta geografica del globo. Bisogna mettere insieme le intelligenze per far brillare questo puntino e trasformarlo in una stella.
Ivan Paone