Poche cose cono peggiori di un brutto libro. Fortunatamente poche cose sono più belle di un libro piacevole, che ci "prende" e che ci fa sognare. Fondamentale, allora, è incontrare sulla nostra strada i testi giusti, quelli che fin da bambini ci possono aiutare a diventare lettori accaniti. Anzi, lettori seriali e per tutta la vita.

È questa la filosofia di fondo che anima "Il libro dei libri da leggere per diventare grandi" (Einaudi Ragazzi, 2018, pp. 184) di Pierdomenico Baccalario, scrittore ma soprattutto lettore vorace e molto esigente.

È lui a condurci in un viaggio tra scrittori e titoli molto diversi tra loro, un viaggio che comincia progressivamente, aiutando prima di tutto i più piccoli a muovere i loro passi nel mondo del testo stampato.

Si comincia così con libri che noi adulti possiamo leggere ai bambini come "Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sedak" per arrivare, dopo decine di titoli, alle letture in solitario, da "Harry Potter e la pietra filosofale" a "V per Vendetta". Per ogni fermata del nostro viaggio narrativo troviamo l’identikit del libro consigliato e del suo autore oltre ai gustosi commenti di Baccalario che non si limita a indicare il percorso da seguire, ma accompagna il lettore per un tratto di strada con i suoi suggerimenti e le sue idee.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Soprattutto con la speranza che ogni libro letto apra la strada a altre letture, a nuove scoperte come ci conferma proprio Baccalario:

"I libri aiutano a leggere altri libri ed è un po’ questa la filosofia che anima il mio volume e la filosofia che sta dietro la scelta dei titoli proposti. Quelli scelti non sono libri né scritti meglio, né migliori di altri. Sono però libri che creano dei 'vuoti', delle curiosità, delle domande per cui vai a cercare altri libri per trovare risposte e provare a dissipare i dubbi. Insomma, alla base del mio volume c'è l'idea che per ogni libro scelto ce ne siano altri che si diramano da quella storia, da quei personaggi, da quella atmosfera".

Perché bambini e ragazzini leggono, ma poi a un certo punto della vita abbandonano la lettura?

"Per cominciare, bisognerebbe tutti guardare ai libri come a un modo intelligente per trascorrere del tempo libero, soprattutto in quelle età in cui di tempo libero ce ne è ancora una buona dose. Poi è abbastanza naturale che arrivati all'adolescenza i libri vengano sostituiti da altri stimoli, altre suggestioni, magari più sociali".

Ma un forte lettore non si può formare?

"Una strada per creare lettori forti è formare i bambini leggendo loro fin da piccoli. Per esempio, io e mia moglie abbiamo fatto così con le nostre figlie, abbiamo cercato in un certo senso di passare loro il testimone della lettura. Abbiamo fatto dei libri quasi dei talismani che ti possono aiutare… banalmente ad addormentarsi, solo per esempio. Certo, quando si cresce non c’è più una guida, un maestro che ti spinge a leggere. Devi farlo da solo e il legame un po’ si perde anche perché mancano buoni modelli all’esterno della famiglia e della scuola. Difficile trovare un attore, un calciatore o uno youtuber di successo che sia un forte lettore. Poi comunque qualcuno riprende la strada della lettura e a quel punto bisogna vedere se in libreria trova qualcosa di interessante".

Mancano i bei libri?

"Ce ne sono troppi, c'è poca selezione anche perché rispetto ad altri media produrre libri costa molto poco. Un sito web oppure un filmato professionale di pochi minuti costano moltissimo rispetto a un testo stampato. Inoltre, spesso non si concede tempo ai buoni libri di affermarsi. Ci sono titoli, infatti, che hanno successo subito, altri che si affermano quando oramai non sono più in libreria o in catalogo. Per esempio, "Mortal Engines", le "Macchine mortali", è stato pubblicato dieci-dodici anni fa in Italia e avrà venduto quattro copie. Ora è diventato un film kolossal e verrà ripubblicato. Però c'era già, solo si era perso tra centinaia di altre offerte, magari inutili".

Quali strade possiamo seguire per avere più lettori?

"Per i bambini si sta lavorando bene, meglio che per adolescenti e adulti. Comunque, credo che in un mondo dominato dallo star system, una star che si approccia di più ai libri potrebbe fare da volano. E poi bisogna seguire vie nuove per promuovere la lettura".

Quali, per esempio?

"Mi viene in mente l'esempio di Gianluca Vialli, l'ex campione di calcio. La sua è una storia straordinaria: quando ha scoperto di avere un tumore, ha deciso di allenare la sua mente per affrontare la situazione un po' come faceva con il suo corpo quando giocava a calcio da professionista. L'allenamento di un atleta è progressivo, a mano a mano si aumentano i carichi di lavoro fino a raggiungere la forma. Vialli ha agito così allenando la sua mente. Da lettore neofita è partito con testi semplici, di filosofia spicciola che lasciano il tempo che trovano in lettori forti. Poi è passato a letture più impegnative e ora è un lettore sicuramente appassionato. Insomma, la morale della storia del lettore-Vialli è che anche la passione per la lettura deve crescere progressivamente. È inutile proporre grandi libri con coloro che non sono grandi lettori. Ci devono quindi essere almeno due vie per promuovere i libri, distinte ma complementari. I grandi libri devono puntare ai lettori forti, lettori che dovrebbero essere trattati come se andassero in gioielleria a comprare un pezzo raro. Allo stesso tempo bisogna trovare storie semplici, ma buone per invogliare i nuovi lettori e farli crescere. Ci sono, infatti, pessimi lettori che hanno il diritto di avere a che fare con libri che non siano brutti, ma li aiutino progressivamente a salire nella qualità di quello che leggono".
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