Per molti, lettori e critici, è il romanzo rivelazione dell'anno. Parliamo del nuovo libro di Stefania Auci "I leoni di Sicilia" (Editrice Nord, 2019, pp. 448, anche e-book), grande saga ambientata nella Sicilia dell'Ottocento e basata sulle vicende storiche della famiglia Florio.

Immigrati dalla vicina Calabria, i Florio sbarcano a Palermo alla fine dell'Ottocento decisi ad arrivare in alto, più in alto di tutti. Vogliono essere ricchi e potenti e in breve tempo i due fratelli Paolo e Ignazio si buttano nel commercio con impeto inarrestabile e grande fiuto imprenditoriale. Aprono una bottega di spezie, avviano un commercio di zolfo, acquistano terreni e palazzi dai nobili palermitani spiantati, fondano una compagnia di navigazione. Quando Casa Florio passa nelle mani del figlio di Paolo, Vincenzo, la dinastia prende definitivamente il volo. Florio diventa sinonimo del miglior marsala e di un nuovo metodo per conservare il tonno, sottolio e in scatola.

Insomma, uomini fuori dal comune lo erano davvero i Florio, veri leoni: temuti e invidiati. Dei leoni che sapevano di poter contare in ogni situazione sul sostegno delle donne di famiglia, figure straordinarie e indomite come Giuseppina, moglie di Paolo, che sacrifica tutto per la famiglia, e Giulia, la giovane milanese che rappresenta il porto sicuro per Vincenzo nei momenti difficili. Se gli uomini di casa Florio sono leoni, le donne sono vere e proprie leonesse come ci conferma Stefania Auci:

"Le donne del mio romanzo sono accomunate dalla capacità di rialzarsi anche nei momenti più complicati. Sanno sempre ripartire e andare avanti, qualsiasi cosa sia successa. È stato così anche nella vicenda reale di Casa Florio perché le donne di famiglia erano veramente figure forti, indomabili. Magari rimanevano nell'ombra come era normale per il ruolo che la donna aveva nella società dell'Ottocento però erano punti fermi, imprescindibili".

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il suo libro sta avendo grande successo anche grazie al passaparola tra i lettori. Si è chiesta cosa conquisti chi lo legge?

"Sarebbe bello chiederlo ai lettori più che a me. Credo che si colga come il mio sia un romanzo di stampo classico, un racconto che riprende un po' le fila del romanzo ottocentesco. C'è la storia di una grande famiglia, una storia vera tra l'altro, che viene raccontata con linearità e anche con una scrittura – così mi dicono in molti – fluida, semplice. Lavoro molto sul testo e voglio che il lettore mi segua senza dover rileggere cinque o sei volte la stessa pagina. Credo di esserci riuscita in questo mio libro".

Oltre che un romanzo dal sapore ottocentesco, il suo è un romanzo storico. Si può raccontare la storia senza annoiare?

"Si può e si deve. Nel libro racconto la saga dei Florio ma anche gli avvenimenti della storia italiana lungo buona parte dell'Ottocento. E ho voluto farlo mettendo il lettore nelle condizioni di inquadrare dal punto di vista storico le vicende che narro nel romanzo. Così, all'inizio dei macrocapitoli che compongono il libro, ho messo una paginetta in cui riassumo la storia della Sicilia e dell'Italia nell'Ottocento. Un aiuto per orientarsi meglio".

Colpisce la forza imprenditoriale dei Florio nella Sicilia di due secoli fa. Erano mosche bianche oppure non erano un fenomeno isolato?

"Leggendo le cronache del tempo ci si rende conto che nell'Ottocento esisteva in Sicilia una borghesia dal forte spirito imprenditoriale e dotata di grande iniziativa, una borghesia che poteva ottenere grandi successi. Oggi purtroppo le cose sembrano più difficili di allora".

Come mai a suo parere?

"Non credo che il problema sia la mancanza di spirito imprenditoriale o di persone capaci. Mancano un po' le risorse, manca una visione collettiva, manca anche la volontà istituzionale, una grande progettualità che rilanci il Sud. Ci vorrebbe meno burocrazia, una diversa organizzazione del lavoro, un rilancio di grande respiro che mi pare lontano dagli interessi di chi governa. Non solo oggi, ma negli ultimi vent'anni".

Un'ultima domanda: c'è il complimento di un lettore che l'ha colpita particolarmente?

"Molti siciliani che abitano fuori dalla Sicilia mi dicono che il mio libro ha fatto risentire loro l'odore di casa, rivedere la luce della loro terra. Parole come queste mi emozionano perché vuol dire che nelle mie pagine sono riuscita a restituire un poco della bellezza della Sicilia, una terra che rimane sempre dentro al cuore delle persone che la lasciano".
© Riproduzione riservata