Gli studiosi non hanno alcun dubbio: "Shakespeare era bisessuale"
Uno studio inglese dimostra la passione di William Shakespeare anche per gli uomini dello stesso sessoGli accademici non hanno più alcun dubbio: William Shakespeare era "decisamente bisessuale". L'affermazione arriva come risultato di una nuova analisi dei suoi sonetti, condotta dal professor Stanley Wells, uno dei più famosi studiosi shakespeariani e professore emerito all'Università di Birmingham.
Wells, insieme al collega Paul Edmondson, ha riorganizzato i sonetti nell'ordine in cui erano stati probabilmente scritti dall'autore. Si tratta, in totale, di 182 sonetti datati dal 1578 in poi.
Quello che emerge chiaramente dall'analisi, è che se la prima parte dei sonetti, fino al 126, è dedicata al "Fair youth", un giovane di grandi virtù e di bell'aspetto che funge da perno attorno al quale l'intera raccolta si muove, la seconda parte si svolge invece attorno al tema della "Dark lady", figura che incarna l'esatto opposto dell'ideale petrarchesco di donna, al quale tutte le raccolte di sonetti scritte fino ad allora si ispiravano.
"Il linguaggio della sessualità in alcuni sonetti, che sono decisamente indirizzati a un soggetto maschile, non ci lascia dubbi sul fatto che Shakespeare fosse bisessuale", ha detto Edmonsdson al "Telegraph". "È diventato di moda dalla metà degli anni '80 - ha aggiunto lo studioso - pensare a Shakespeare come gay. Ma era sposato e aveva figli. Alcuni di questi sonetti sono indirizzati a una donna e altri a un maschio. Quindi pare giusto nel suo caso parlare di bisessualità".
Mentre la sodomia era illegale nell'Inghilterra elisabettiana, le espressioni di amore e desiderio per lo stesso sesso erano accettate.
La stragrande maggioranza dei sonetti di Shakespeare è indirizzata a un giovane e il suo lungo poema "Venere e Adone" è tutto concentrato sulla bellezza fisica maschile.
(Unioneonline/v.l.)