Gli errori della nostra storia: la “cappellata” di Ugone II
La “rilettura” di Francesco Cesare Casula, docente di Storia medievale, dei fatti e dei personaggio dal Regno di Sardegna all’età modernaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una grande “coglionata” – Se in un discorso diciamo che una certa azione: «… è una coglionata», usiamo un’espressione un po’ volgare ma efficace, entrata ormai nella lingua italiana. Il Dizionario di Tullio De Mauro definisce la “coglionata”: una “grossa sciocchezza”, “una cosa molto stupida” che per noi, però, diventa “… un grande errore della nostra Storia”.
La “coglionata” di Ugone II – Ed è ciò che fece Ugone II re di Arborea nel 1323 sollecitando Giacomo II, sovrano della Corona d’Aragona nella penisola iberica, a venire in Sardegna per scacciare dal Cagliaritano e dalla Gallura gli invisi Pisani. Fu, la sua, una delle nostre più gravi sventure perché perdemmo la possibilità di fare sarda la Sardegna quando i Catalano-Aragonesi ci sconfissero a Sanluri nel 1409. Nel contempo, fu la fortuna dei Peninsulari italiani perché, dall’errore di valutazione politica fatto da Ugone II, nacque nel 1324 il Regno di Sardegna che oggi si chiama Repubblica Italiana con dentro tutti i sessanta milioni di abitanti, compreso noi Sardi (e poi dicono che non abbiamo Storia, e che la Storia da studiare è quella dei discendenti di Romolo e Remo!).
Le conseguenze della Storia – Ma andiamo per ordine, e raccontiamo i fatti com’essi si sono svolti e le inimmaginabili conseguenze che giungono fino all’oggi.
Chi era il re Ugone II – Ugone II era un illegittimo del re oristanese Mariano III de Bas-Serra, e i Pisani dei limitrofi territori oltremarini sardi della Repubblica toscana glielo rinfacciavano continuamente: «Non può succedere di diritto in quanto è bastardo» («... non potest de jure succedere quia est bastardus»). E lui si rodeva il fegato dalla rabbia, costretto a pagare 15.000 fiorini d’oro a Pisa perché rinunciasse a contrapporgli un più consono contendente al trono. Aveva appena 25-26 anni.
Ugone II si allea coi Catalano-Aragonesi – Una volta intronizzato, però, nella primavera del 1323 si alleò con Giacomo II della Corona d’Aragona, che dal 1297 era anche re nominale di “Sardegna e Corsica” per unzione del papa Bonifacio VIII, e ne divenne vassallo tramite la commendatio personalis, cioè tramite il giuramento personale di fedeltà e il censo annuo di 3.000 fiorini d’oro in cambio del mantenimento dei propri diritti dinastici e di un’eventuale protezione militare (da sempre, il vassallaggio fra Capi di Stato è usuale, ma oggi lo chiamiamo dipendenza politica).
La guerra fra i Pisani e i Catalano-Aragonesi – Forte di questa protezione l’11 aprile Ugone II attaccò con le sue masnade private gli odiati Pisani al confine meridionale fra Villanovaforru e Sanluri, e chiese subito aiuti a Giacomo II che inviò suo figlio primogenito Alfonso il Magnanimo con una potente armata la quale, il 13 agosto 1323, sbarcò a Palma di Sulcis (attuale San Giovanni Suergiu) e pose l’assedio a Villa di Chiesa (Iglesias) che si arrese dopo sette mesi e otto giorni di strenua resistenza. Poi, si diresse contro Castel di Castro (oggi Cagliari), sconfisse i Pisani a Lutocisterna (presso Elmas) e assalì la città con l’aiuto delle soldatesche arborensi.
La nascita del Regno di Sardegna – Castel di Castro capitolò il martedì 19 giugno 1324 ponendo fine alla guerra. Fra la Corona d’Aragona e la Repubblica comunale di Pisa fu firmato un trattato di pace sottoscritto pure dal re di Arborea Ugone II, con cui i Pisani cedevano ai Catalano-Aragonesi tutti i propri possedimenti coloniali sardi oltremarini che dall’infante Alfonso – operante per conto del padre Giacomo II – furono strutturati in Stato subito aggregato a parità di condizioni a tutti gli altri Stati della Corona d’Aragona, col nome identificativo di Regno di Sardegna.
Il seguito della Storia – Cosa successe poi lo racconto in due grossi volumi intitolati proprio: “Il Regno di Sardegna. La nascita”.
Se volete saperlo – in quanto è l’unica storia italiana vista dalla Sardegna – leggeteli.