Era il 26 luglio del 1928, 89 anni fa, e il futuro Presidente della Repubblica Francesco Cossiga nasceva nella "sua" Sassari.

Ministro dell'Interno all’epoca dell'offensiva più cruenta del terrorismo in Italia, poi presidente del Consiglio, da Capo dello Stato segnò le vicende istituzionali facendosi profeta della riforma del modello di governo, in modo da renderlo più efficiente e moderno, anche ricorrendo ad argomenti forti, che gli valsero l'epiteto di 'Picconatore'.

Fra gli aneddoti più curiosi legati alla sua vita uno arriva proprio dagli anni della gioventù trascorsa in Sardegna: studente alle superiori, si ruppe una gamba a causa di un incidente in motorino. E con la determinazione caratteristica dei sardi utilizzò il forzoso periodo di riposo per anticipare il termine degli studi, completando la maturità con tre anni di anticipo, appena sedicenne. Conseguirà la laurea in Giurisprudenza a soli 20 anni, e quando i coetanei compagni di liceo si iscrivono all’università lui è già in cattedra a insegnare loro diritto costituzionale regionale.

Da lì in poi è un'escalation di cariche e primati, che gli valgono l’appellativo di "enfant prodige" delle Istituzioni: Cossiga sarà infatti il più giovane sottosegretario (38 anni), il più giovane ministro degli Interni (48 anni), il più giovane Presidente del Senato (55 anni), e il più giovane Presidente della Repubblica (57 anni).

La prima pagina dell'Unione Sarda che celebra la nomina di Cossiga a Capo dello Stato
La prima pagina dell'Unione Sarda che celebra la nomina di Cossiga a Capo dello Stato
La prima pagina dell'Unione Sarda che celebra la nomina di Cossiga a Capo dello Stato

Fra i momenti più difficili della sua lunga carriera politica c’è senz’altro il sequestro di Aldo Moro, per cui gli furono mosse accuse pesantissime: in gran parte dell'opinione pubblica si era radicata la convinzione che Cossiga fosse tra i depositari di molti misteri italiani degli anni del terrorismo. In un'intervista dichiarò: ''Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle, è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto''.

Chi ricorda bene Cossiga è Gaetano Quagliariello, autore fra l'altro di una biografia di De Gaulle, senatore e leader di 'Idea', che ricorda: "Mi chiamava lui, molto presto, e nel tempo questo rapporto si è mantenuto. Anche oltre la morte. Ebbene, sono nato il 23 aprile e ad ogni compleanno ricevo una telefonata in cui mi vengono trasmessi gli auguri del Presidente Francesco Cossiga. Proprio così: si tratta di un legato, che viene eseguito sulla base delle sue volontà".

(Redazione Online/v.l.)
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