Follia, inconscio e turbamento nelle opere di Giusy Calia
La mostra nel centro culturale Il Colombre di Sassari chiude la rassegna “Specchio del fuoco che tutti agogniamo”Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nelle immagini che Giusy Calia estrapola dal reale, attraverso il mezzo fotografico o il video, la norma perde di significato, ci si apre al mistero e in questo il perturbante avanza in tutta la sua potenza archetipa e simbolica. È l'artista sassarese (di nascita nuorese) a chiudere domani alle 19.30 la rassegna “Specchio del fuoco che tutti agogniamo” organizzata dall'associazione Il Colombre nella propria sede di via Carso a Sassari.
Classe 1971, Giusy Calia è artista di rilevanza internazionale che ha iniziato il suo percorso con la macchina fotografica e poi è passata dalla letteratura, ha attraversato la filosofia e continuato con la psicologia clinica e la pratica psicanalitica. Alla formazione teorica si affianca quella pratica: per perfezionare le sue tecniche dell’audiovisivo, Calia ha frequentato un corso intensivo di fotografia presso l’Accademia John Kaverdash di Milano e un corso di videomaking presso la New York Film Academy.
La rassegna ha indagato il tema del perturbante nel contemporaneo e attraverso le opere e i linguaggi artistici (pittura, performance, musica, installazione) di Roberto Chessa, Antonio Crobu, Max Mazzoli, Serena Salis, Marcello Scalas, Danilo Sini e Claudio Maniga, Trasponsonic.