Fede e devozione a Senorbì: sciolto il voto a San Salvatore
Dopo la cerimonia religiosa, la solenne processione dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta di San Sebastiano nel vico AtzeniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È l’atto conclusivo di una festa e di una promessa di fede che a Senorbì da alcuni anni viene celebrata all’insegna delle vecchie e più autentiche tradizioni del paese: l’annuncio che il voto a San Salvatore da Horta è stato sciolto anche quest’anno. Si è conclusa così la festa in onore del santo dei miracoli promossa dal Comitato permanente di San Salvatore e dalla Parrocchia Santa Barbara. Dopo la cerimonia religiosa celebrata dal parroco don Giancarlo Dessì con la predica di padre Ambrogio dei frati francescani, si è tenuta la solenne processione dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta di San Sebastiano nel vico Atzeni conclusa con lo scioglimento del voto.
Una tradizione di fede rinnovata anche quest’anno, accompagnata da alcuni momenti di autentica devozione con protagonisti i componenti del comitato (tutti hanno il nome del santo) presieduto da Salvatore Caria. Toto Caria, come lo chiamano i suoi compaesani, è figlio di Massimo, l’uomo che nel 1949 si era rivolto al santo per guarire dalla peritonite. «Dopo 16 giorni di ricovero e una diagnosi che lasciava poche speranze, mio padre promise a San Salvatore da Horta di acquistare un suo quadro in segno di devozione e ringraziamento se lo avesse liberato dalla malattia. Subito dopo la preghiera e la promessa, guarì e ritornò a casa da moglie e figli», racconta Caria.
I più anziani ricordano il miracolo di Senorbì, anche se nel loro racconto i contorni della storia sono un po’ confusi. A fare chiarezza è stato ritrovato in una vecchia casa della famiglia Caria un giornalino dedicato a San Salvatore da Horta dove era stata pubblicata la lettera di Massimo (scritta forse su suggerimento della mamma Luigia) nella quale raccontava la sua esperienza e testimonianza di fede.