"Prima si soffriva, ma si viveva, ora si aspetta" dice il sanguigno Mauro (Alessandro Gazale) al placido e rassegnato Cesare, alias Fabrizio Ferracane, premiato al Bif&st di Bari come miglior attore. È una convincente prova d'autore il primo lungometraggio del regista Sergio Scavio. "La guerra di Cesare" ha debuttato oggi nelle sale italiane e naturalmente a Sassari, che ha offerto location e attori professionisti e non al lungometraggio prodotto da Ombre Rosse e Wellsee in collaborazione con Rai Cinema e distribuito da Rs Production.

Al Cityplex Moderno è intervenuto sia Scavio che diversi attori e attrici, ricevendo complimenti sinceri per un film che stempera il dramma della perdita di lavoro nell'ironia e nella poesia. La guerra che Cesare vorrebbe fare all'azienda che chiude la miniera lasciando disoccupati i lavoratori è anche una rivolta personale a una vita ristretta e dimessa. Il film procede a voluti sbalzi ora intensi ora grotteschi che anziché togliere omogeneità al racconto ne accentuano la verità.

C'è davvero tanto nel film del regista sassarese, che ha scritto la sceneggiatura insieme a Per Paolo Piciarelli. Inquadrature di grande bellezza estetica, silenzi significativi, sguardi, frasi che lasciano il segno, tanti particolari che denotano inventiva (si balla in una sala che ha affissi poster del PCI e dell'Urss e foto di Berlinguer) e cura dei dettagli. C'è soprattutto l'amore per il cinema che non vuole essere solo mero intrattenimento ma "instaurare una relazione più profonda con lo spettatore" come spiega Sergio Scavio. 

Nel cast anche Luciano Curreli (Francesco, il fratello di Mauro), Francesca Ventriglia, Sonia Martinelli, Sabina Zicconi e Daniele Monachella.

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