A quasi ottant’anni di distanza una nuova indagine ha portato all’identificazione della persona che tradì Anna Frank e la sua famiglia, condannando la giovane ebrea tedesca, diventata famosa in tutto il  mondo per il celebre diario scritto durante l'occupazione tedesca dell'Olanda nella Seconda Guerra mondiale, a morire quindicenne nel lager di Bergen-Belsen nel 1945.

Si tratterebbe di Arnold van den Bergh, membro della comunità ebraica di Amsterdam e componente del Jewish Council, organismo collaborazionista che facilitava l'attuazione della politica d'occupazione nazista, salvo essere comunque smantellato nel 1943 con l'invio finale anche dei suoi membri nei lager. Van den Bergh avrebbe tradito la famiglia Frank, "dopo aver perduto una serie di protezioni ed essersi ritrovato nella necessità di offrire qualche informazione di valore ai nazisti, per cercare di mantenere in salvo se stesso e sua moglie", ha detto Vince Pankoke, ex agente dell'Fbi e membro del team investigativo, in un'intervista a 60 Minutes dell'americana Cbs ripresa fra gli altri dalla Bbc.

L’inchiesta è stata condotta negli Stati Uniti: sono stati necessari sei anni di lavoro a cui hanno partecipato storici ed esperti. Sono stati utilizzati moderni metodi per la riapertura di  “cold case”, inclusi algoritmi computerizzati in grado di scavare nelle connessioni storiche fra numerose persone.

A quanto pare Otto Frank conosceva il nome di chi li aveva traditi: tra le carte è stata trovata una nota con il nome di van den Bergh inviata proprio al padre di Anna.

La ragazzina, nata a Francoforte, trascorse gran parte della sua breve vita ad Amsterdam dopo l'ascesa al potere dei nazisti in Germania. Nel 1935 fu privata della cittadinanza tedesca e divenne apolide: nel suo diario aveva scritto che dopo la guerra avrebbe voluto ottenere la cittadinanza nei Paesi Bassi, dove era cresciuta. Un sogno, purtroppo, destinato a rimanere su un foglio di carta.

(Unioneonline/D)

IL VIDEO:

© Riproduzione riservata