“C’è chi si separa perché non ama il proprio compagno, chi lo fa perché non riesce a sopportare la propria moglie o il proprio marito, chi si accorge di voler cambiar vita e scopre ostacoli su ostacoli, chi si è innamorato di un’altra persona e decide di iniziare una nuova vita […] In ogni caso, la separazione è un movimento che allontana e questo movimento è pieno allo stesso tempo di speranza e di disperazione”.

L’autore analizza come la separazione comporti dei cambiamenti nella vita degli ex partner e in quella dei figli: “La routine che accompagnava la vita, la certezza di avere a fianco due persone, la sicurezza che un bambino respira quando è fra il papà e la mamma vengono meno! Questo è un momento caotico e pieno di emozioni contrastanti dove è facile perdere la bussola”.

Giacobbi sottolinea l’importanza di chiarificare ai figli i dettagli essenziali della gestione della quotidianità e invita i genitori ad analizzare le reazioni emotive dei bambini, al fine di dare un nome alle paure, alla rabbia e alle preoccupazioni.

L’autore evidenzia, inoltre, come sia importante rendere ben noto l’aspetto della responsabilità della separazione, che deve essere ricondotta esclusivamente agli adulti, poiché i bambini sono soliti colpevolizzarsi, per aver contribuito a causare il divorzio: “Per alleviare questa loro paura bisognerà parlare, più e più volte, di come il tuo amore per loro non scomparirà mai. E le tue azioni dovranno essere di supporto alle tue parole”. L’autore tratta anche la pianificazione del discorso della separazione: “I bambini dovrebbero percepire che entrambi i genitori sono d’accordo sul fatto di separarsi […] il presentarsi uniti è solo un anticipare questo momento di accettazione (e spesso anche di rassegnazione)”.

Giacobbi rimarca l’importanza di gestire i conflitti tra ex partner, fuori da giochi di potere, poiché questi ultimi costringono i figli a dei vincoli di lealtà per l’uno o per l’altro genitore. Diviene rilevante, a tal proposito, mantenere una relazione stabile, come punto d’incontro in un clima collaborativo, finalizzato al  bene dei figli: “Siete in due, anche se separati resterete in due a poter decidere per quanto riguarda la prole. Per questo è indispensabile che vi consultiate ogniqualvolta ci sia una decisione da prendere”. A tal fine, valorizza la capacità di diventare “Figliocentrici”, ossia di chiedersi sempre se un comportamento o un’azione possano rivelarsi impattanti per la vita dei bambini. In questo senso, il ruolo di genitori non deve venire a mancare dopo la separazione, sempre nel rispetto del valore dell’altro/a e del suo ruolo attivo nell’educazione dei figli: “Anche se tu e il tuo/la tua ex non vivete più insieme, dovete far crescere sani i vostri figli rimanendo attivamente impegnati come genitori”. L’autore ci parla di tempo di qualità da trascorrere con i propri figli, per coltivare insieme il rapporto di cui hanno bisogno: creare dunque dei momenti di condivisione e fare delle esperienze insieme. Affronta, inoltre, la tematica dell’ingresso di un nuovo partner e di come comunicarlo ai figli, per facilitare l’accettazione; mentre l’ultima parte del libro è dedicata all’abbandono da parte di un genitore, che si deresponsabilizza dopo la fine della relazione.

“E vissero separati e contenti: Come raccontare la separazione ai propri figli”, è un libro di Marco Giacobbi, edito da Psicologia Applicata. 

Questo saggio può divenire uno strumento utile per i genitori che si trovano spesso a non sapere che parole usare per annunciare la fine della relazione ai figli; così come può costituire uno spunto di riflessione per gestire il rapporto con loro. Questo per evitare che i figli siano triangolati nel conflitto genitoriale e avere delle ricadute sia sul piano emotivo che comportamentale. È un libro finalizzato al miglioramento della comunicazione tra ex partner e al consolidamento dell’alleanza genitoriale, utile per una buona gestione della separazione.

La copertina del libro
La copertina del libro
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