Se la nostra quotidianità lavorativa ci priva del sonno, ci opprime con l'ansia o ci lascia esausti, significa che qualcosa non va. Il mondo del lavoro, infatti, è in rapido cambiamento, ma le mentalità faticano a seguire il ritmo. Le nuove generazioni lo esprimono con forza, e chi è alla ricerca di personale lo comprende bene: non siamo più disposti a sacrificare la vita per il lavoro. Le dimissioni volontarie sono in aumento, la motivazione è ai minimi storici e il mantenimento di un equilibrio personale diventa sempre più imprescindibile. È giunta l'ora di riscrivere le regole del gioco, e questo avvantaggia tutti. Infatti, lavorare con soddisfazione e senza frustrazioni porta a risultati positivi, sia per le persone che per le aziende.

Il volume “Basta lavorare così” (Bompiani, 2025, pp. 224, anche e-book) è una guida chiara e incisiva che ci aiuta a trovare quel delicato equilibrio tra vita privata e professionale, un traguardo alla portata di tutti. Con chiarezza e lucidità, Silvia Zanella – esperta nel supportare individui e aziende nel loro percorso di trasformazione – ci svela le cattive abitudini e i pensieri tossici che minano il nostro benessere, la nostra motivazione e la nostra efficacia, compromettendo anche le relazioni professionali.

A Silvia Zanella abbiamo chiesto allora quali sono le cose principali che non funzionano nel mondo del lavoro oggi?

«Gli ambienti di lavoro (cosiddetti) tossici sono una delle principali cause di insoddisfazione tra i lavoratori, caratterizzati da comportamenti aggressivi, discriminazioni e mancanza di rispetto. Inoltre, il sovraccarico di lavoro, sia mentale che fisico, porta spesso a stress e burnout. Molti lavoratori non trovano un senso nella propria attività, riducendo così la motivazione e la produttività. La fusione tra vita privata e professionale è diventata troppo pervasiva, causando difficoltà nel mantenere un equilibrio sano. Infine, una gestione manageriale inadeguata è un altro problema significativo, con manager quasi mai adeguatamente formati per motivare e supportare i loro team. A questi problemi si aggiungono disoccupazione, precarietà e lavoro nero, o anche soltanto opportunità lavorative qualificate. Tutti temi particolarmente sentiti in Sardegna, purtroppo».

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Come possiamo ricostruire dei confini allo spazio e al tempo occupati dal lavoro?

»Per ricostruire dei confini tra spazio e tempo dedicati al lavoro e alla vita privata, è fondamentale che ciascuno stabilisca il proprio punto di equilibrio personale. Creare spazi dedicati al lavoro, separati dagli spazi di vita privata, aiuta a mantenere una distinzione chiara. Le aziende dovrebbero promuovere il diritto alla disconnessione, incoraggiando i dipendenti a staccare completamente fuori dall'orario di lavoro. Pianificare pause e tempo libero è essenziale per assicurarsi di avere momenti di pausa durante la giornata lavorativa e tornare a essere più focalizzati. La flessibilità richiede molta disciplina. Nel caso di lavori stagionali e settori come il turismo, la situazione è ancora più complessa da gestire».

La tecnologia è una risorsa oppure una tirannia nel lavoro odierno?

«La tecnologia può essere sia una risorsa che una tirannia nel lavoro oggi. Da un lato, offre strumenti che aumentano la produttività, facilitano la comunicazione e permettono una maggiore flessibilità. Dall'altro, può portare a una reperibilità costante, aumentando lo stress e riducendo il tempo per la vita privata. La chiave è utilizzarla in modo equilibrato e consapevole, sfruttando i suoi vantaggi senza permetterle di invadere ogni aspetto della nostra vita. È uno strumento che può liberarci parzialmente dal lavoro, ma rischia di diventare un giogo se non opportunamente gestita. Senza contare che la tecnologia, anche nella stessa Sardegna, crea opportunità di lavoro qualificate, aiuta a superare le limitazioni geografiche e migliora la buona occupazione».

Come devono evolvere le aziende?

«Le aziende devono evolvere promuovendo una cultura aziendale basata sulla fiducia e sulla delega, dove i dipendenti si sentano valorizzati e responsabilizzati. Offrire flessibilità, implementando politiche di smart working (laddove possibile) e orari flessibili, è fondamentale per migliorare l'equilibrio vita-lavoro e aumentare la motivazione. Le aziende dovrebbero investire nella formazione continua, supportando lo sviluppo professionale e personale del proprio staff. Creare ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi, combattendo le discriminazioni e promuovendo la diversità, è essenziale non solo eticamente, ma anche per promuovere innovazione. In più, potrebbero collaborare in maniera ancora più incisiva con le università e con le istituzioni locali per sviluppare programmi di formazione e riqualificazione professionale, in modo da aumentare le competenze della forza lavoro e attrarre investimenti».

Come deve cambiare il nostro modo di rapportarci e concepire il lavoro?

«Dobbiamo imparare a separare l'identità personale dal lavoro, riconoscendo che il nostro valore non è definito solo dal nostro ruolo professionale. È importante trovare un significato nel lavoro, cercando dove possibile attività che risuonino con i nostri valori e obiettivi personali. Adottare un approccio equilibrato, bilanciando le esigenze lavorative con quelle personali, è la vera sfida».

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