Terzo appuntamento a Graglia (Biella) per parlare di donne emigrate in Piemonte.

Sono storie di sofferenze e di donne sole, venete e sarde, partite per cercare pane e lavoro: tutte raccontate con immagini di un passato recente, quando si partiva con la valigia di cartone e i cuscini legati sul baule.

Simbolicamente le migranti sono state rappresentate da manichini in abiti tradizionali piemontesi, veneti e sardi: "Siunere", falciatrici alpine della Valle Cervo, con ampi grembiuli per trasportare il fieno e calze a coprire le caviglie contro il morso delle vipere; mondine con capello di paglia a tesa larga e particolari calze a protezione dal sole e dalle sanguisughe; e la sposa di Oliena (Nuoro), abito nuziale della nonna, donato da Battista Medde.

Durante la conversazione, tenuta da Battista Saiu, sono state proiettate immagini degli allestimenti del Museo delle Migrazioni, Cammini e Storie di Popoli recentemente inaugurato a Pettinengo.

(Redazione Online/D)
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