Il notorio "back-seat driver", il passeggero che dà consigli non richiesti al guidatore ed è comunemente accusato di distrarlo dalla guida e di infastidirlo, sarebbe invece in grado di ridurre il rischio di incidenti, perché rende meno spericolato, meno irritabile e più paziente chi è al volante.

A indicarlo è una ricerca dell'Università di Waikato in Nuova Zelanda, pubblicata sulla rivista Accident Analysis and Prevention, condotta su 600 automobilisti sopra i 25 anni di età e che hanno guidato con uno o più passeggeri a bordo nell'ultimo mese.

Le osservazioni meglio accolte dai conducenti sono avvertimenti della presenza di polizia, oppure di cani, gatti o altro sulla strada davanti. Particolarmente apprezzati i passeggeri che restano in silenzio durante una difficile manovra di parcheggio e che in arrivo agli incroci guardano se tutto è sicuro. Anche apprezzati dai conducenti i passeggeri che scartano cibo, passano oggetti difficili da raggiungere, leggono mappe o rispondono al cellulare. Molti dichiarano invece di ricevere con fastidio consigli non richiesti, e specialmente critiche sullo stile e condotta di guida.

La ricerca si è concentrata su conducenti sopra i 25 anni perché il rischio di incidenti per i guidatori più giovani aumenta di quattro o cinque volte quando hanno come passeggeri altri giovani, rispetto a quando guidano da soli.

(Unioneonline/v.l.)
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