È solo il primo di una lunga serie di eventi che, nel corso dell’estate, celebreranno i 60 anni della Costa Smeralda, l’importante anniversario che ricorda l’anno in cui il Principe Karim Aga Khan diede vita al Consorzio smeraldino, caposaldo di quello che sarà uno degli interventi turistici che ancora oggi riscuote maggior successo nel mondo.

Ieri al Conference Center di Porto Cervo, durante la cerimonia conclusiva del Premio Costa Smeralda 2022, fortemente voluto dal Consorzio Costa Smeralda presieduto da Renzo Persico e diretto da Massimo Marcialis, con il sostegno di Smeralda Holding, sono stati proclamati i vincitori delle due categorie, Narrativa e Saggistica, scelti da una giuria di grande qualità guidata dal direttore artistico Stefano Salis e composta da Lina Bolzoni, Marcello Fois, Elena Loewenthal e Chiara Valerio.

Presenti numerosi personaggi del jet set, consorziati celebri e importanti personalità tra cui il Conte Luigi Donà Dalle Rose che, poco tempo dopo l’arrivo dell’Aga Khan, fondò l’altro celebre borgo della costa gallurese, Porto Rotondo.

Benedetta Craveri, critica letteraria e scrittrice, è stato assegnato il Premio Saggistica per “La contessa. Virginia Verasis di Castiglione” (Adelphi, 2021).

Questa la motivazione: “La contessa” è più di una biografia ed è più di una tarsia di voci. La contessa è Virginia Verasis di Castiglione. Seduttrice affascinante e instancabile, commediante, fine tessitrice politica, cultrice della propria personalità e di belle cose, adorata, amante ma disinteressata al sesso, clarissa di sé stessa negli ultimi anni di solitudine parigina, La Contessa accompagna chi legge in un luminescente grand-tour (guidato) nell’Europa dell’Ottocento. Non tutto si può ricostruire su internet, non tutto si può trovare, talvolta ci vogliono gli studiosi e le studiose e gli archivi. Un libro avvincente e appassionante che è pure un viaggio nella mente di una donna, Benedetta Craveri, abituata a muoversi non solo nel mondo, ma anche nelle lettere e nelle carte.

Lo scrittore Michele Mari con “Le maestose rovine di Sferopoli” (Einaudi, 2021) si è aggiudicato il Premio Narrativa e le parole della Giuria sono quasi un manifesto: “Quando si afferma che in questo Paese ci sono più scrittori che lettori si fa un’affermazione superficiale. Sarebbe più corretto affermare che nel nostro Paese, e non solo, sono più le persone che pubblicano di quelle che leggono. Gli ‘scrittori’ sono in un numero decisamente proporzionale. Uno dei punti di riferimento, indiscutibili, per stabilire questa discriminante, e determinare questa percentuale, è Michele Mari. A leggere i suoi straordinari romanzi e raccolte di racconti il dilemma fra lo scrivere, o semplicemente pubblicare, si scioglie immediatamente. ‘Le Maestose Rovine di Sferopoli’ è una raccolta di pezzi brevi e fulminanti, meravigliosamente concepiti. Un capolavoro di scrittura in un ambito, come quello del racconto, ritenuto, a torto, un sottogenere, mentre, al contrario, richiama e mette in luce quelle capacità che, per l’appunto, chiariscono la distanza siderale tra chi scrive e chi, momentaneamente, pubblica”. 

Durante la cerimonia, presentata dalla giornalista Roberta Floris, sono stati assegnati anche tre riconoscimenti speciali.

Orhan Pamuk al Conference Center di Porto Cervo (foto concessa)
Orhan Pamuk al Conference Center di Porto Cervo (foto concessa)
Orhan Pamuk al Conference Center di Porto Cervo (foto concessa)

Lo scrittore turco Orhan Pamuk, premio Nobel per la Letteratura 2006, ha ritirato il Premio Internazionale: “Figura di intellettuale di primo piano, docente, giornalista, attivista, voce che ha rischiato sempre in prima persona, con le sue posizioni e le sue dichiarazioni, in difesa della democrazia e dei diritti, Pamuk rinnova oggi la figura e il ruolo dello scrittore e si muove, nello scenario millenario del Mediterraneo, come una personalità che mischia tutte e ciascuna delle sue valenze - scrive la Giuria - Ci ricorda, con la sua presenza, con la sua attività, che l’artista e lo scrittore si incaricano di rivelare non rinnegando mai il passato ma cercando di capirlo e interpretarlo, tracce di futuro e scenari di possibilità”. 

Orhan Pamuk premiato da Stefano Salis (foto concessa)
Orhan Pamuk premiato da Stefano Salis (foto concessa)
Orhan Pamuk premiato da Stefano Salis (foto concessa)

Il Premio Cultura del Mediterraneo a Giuseppe Barbera, professore ordinario di Colture Arboree all’Università di Palermo, che con i suoi libri di storia naturale ha vinto numerosi premi, tra cui il prestigioso Grinzane Cavour, per il suo “ruolo di scrittore, divulgatore e profondo conoscitore del ruolo dell’umano e della cultura nella natura, e viceversa”.

In chiusura Premio Speciale al poliedrico musicista nuorese Gavino Murgia, che si è esibito durante la cerimonia, “per il suo contributo alla valorizzazione della cultura musicale sarda”.

Grande la soddisfazione espressa da Renzo Persico, presidente del Consorzio Costa Smeralda: “Al giro di boa di un rinnovato Premio Costa Smeralda, possiamo dirci soddisfatti: volevamo rilanciare l’appuntamento con la grande cultura in Costa Smeralda, valorizzando la migliore letteratura e la migliore saggistica contemporanee. A giudicare dalla straordinaria selezione della giuria sembra proprio che ci siamo mossi nella direzione giusta”. 

Ai premiati è stata consegnata un’opera dello scultore Giuseppe Sanna, costituita da una pietra di forma naturale, in basalto, marmo, granito, trachite e calcare. Il Premio Costa Smeralda è il primo premio letterario che utilizza la pietra come emblema. Espressione del legame con il territorio, simbolo di concretezza, solidità, capacità di resistere nel tempo, le pietre tipiche del paesaggio sardo e forgiate dalla natura, sono di espressione geologica differente, perché ogni autore è diverso dall’altro, unico e irripetibile. Pietre unite da una base in cristallo che ricorda il colore della Costa Smeralda e il suo rinnovato appuntamento con la cultura contemporanea.

L.P.

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