“Come ne usciremo”: otto voci per raccontare il Mondo da qui al 2040
Un’opera corale, a cura di Fabio Deotto, che ci pone di fronte alle maggiori sfide dei prossimi anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Cosa significa proiettare l’ombra del presente su una sponda futura? Significa partire dalle zone nascoste della realtà che viviamo, dai dati che ignoriamo, dagli eventi che tendiamo a minimizzare per provare a immaginare come potrebbe essere il domani. Significa, quindi, scandagliare le pieghe del presente per arrivare a delineare un futuro plausibile, concreto, non basato sui desideri, sui sogni, sulla negazione della realtà, ma sull’analisi critica e sul realismo. Gli anglosassoni, che amano la sintesi (e per questo spesso banalizzano e faticano ad affrontare la complessità), chiamano questo modo di guardare a ciò che ci attende e di descriverlo “speculative nonfiction”. Alcuni parlano di fantasaggistica, ma è una espressione che nasconde un pregiudizio dato che nella speculative nonfiction si punta a non inventare nulla. Viceversa, si prova a partire dai dati di realtà. È quello che hanno fatto otto autori italiani e internazionali guidati da Fabio Deotto nel volume “Come ne usciremo” (Bompiani, 2025, pp. 160, anche e-book) raccontando come può cambiare il mondo tra oggi e il 2040. Prima opera corale di speculative nonfiction realizzata in Italia.
"Come ne usciremo” prova, infatti, a rendere tangibili le enormi trasformazioni che stiamo vivendo in questi ultimi anni. Le otto voci che hanno contribuito a comporre il libro assieme a Deotto - Vincenzo Latronico, Chigozie Obioma, Claudia Durastanti, Francesca Coin, Meehan Crist, Sergio del Molino, Omar El Akkad, Angela Saini – ci parlano di ambiente, di riscaldamento climatico, di diritti, di democrazia, di guerra. Ci mettono sotto gli occhi senza infingimenti le cupezze del periodo che stiamo attraversando. Ci mostrano la deriva da cui troppo spesso ci lasciamo trasportare quasi incuranti di continuare a sfiorare l’orlo dell’abisso. Si, certo, qualcosa stiamo facendo per fermare il cambiamento climatico, per ridurre le disuguaglianze e per contrastare le guerre e le violenze. In fondo, continuiamo a ripeterci che siamo ancora vivi, che il Pianeta Terra ancora ci “sopporta” e ci supporta.
Leggere gli otto contributi presenti in "Come ne usciremo” ci aiuta a capire che l’umanità è ancora nel pieno del cammin di sua vita e che rischia tutt’ora di ritrovarsi in una selva oscura, a voler citare, parafrasandolo, Dante. Solo perché riusciamo a procrastinare le catastrofi, non significa che queste non possano arrivare, magari lentamente, ma inesorabilmente.
Insomma, non siamo al sicuro e lo saremo ancora meno ignorando, fatti, dati, cifre, trend, tutti fattori che indicano che il caldo aumenta, le diseguaglianze ci sono e fatichiamo a combatterle, la democrazia tiene, ma a fatica e le guerre ci sfiorano, ma sempre più vicine, di volta in volta. Nel 2040 le cose saranno peggiori o migliori, insomma? La risposta sta in quello nelle scelte che stiamo per fare ora. Scelte difficili, magari, ma gli struzzi che nascondono al testa sotto la sabbia non sfuggono così al leone che vuole sbranarli.