L’epidemia di Covid ha accelerato un fenomeno sociale, caratteristico delle nostre società e amplificato dai progressi del Web, che sta portando alla riduzione dei tradizionali rapporti sociali fra i cittadini. Non solo i ragazzi, ma diffusamente nella società si passano ore in Rete. I cosiddetti social sono un mezzo attraverso il quale ogni cittadino, con la sua pagina ed il suo profilo, partecipa a suo modo alla vita pubblica diventando volta per volta esperto di tutto lo scibile.

Questa opportunità, offerta apparentemente gratis, ha aperto un mondo incontrollato, con poche regole per cui uno dei pochi metri di giudizio è il numero di followers che ognuno può vantare. Dall’altro lato chi comanda il gioco sono gli influencers ad indicare come in questo mondo nuovi mestieri consentono di mettere in comunicazione virtuale venditori e acquirenti senza più tener conto di che cosa si vende e si compra. WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea vantava, nel 2021, oltre 1,6 miliardi di utenti attivi in 180 Paesi nel mondo. Instagram con oltre un miliardo di utenti iscritti ha fatturato, nel 2019, 20 miliardi di advertising all’anno ed ha generato più di un quarto del fatturato di Facebook Inc, che ha 2,85 miliardi di utenti attivi mensilmente. I social oltre a mettere in rete, a collegare miliardi di utenti, sono una macchina che produce immensi guadagni, non solo, ma può servire a creare consenso, connettere opinioni per farle diventare un pensiero organico condiviso al di là delle azioni. Sono un potere, nel mondo descritto, che impone le sue regole sopra gli stati nazionali con la forza degli enormi guadagni e dei capitali investiti annualmente. Come vivono quest’epoca i millennials e la generazione Z? Il rapporto giovani 2022, a cura dell’istituto Toniolo, ci apre una finestra sul loro mondo. Intanto perché dobbiamo investire nel loro sviluppo ridando un senso al futuro. Dando, quindi, valore all’associazionismo e di conseguenza al tempo che si trascorre con gli amici, al volontariato, al servizio civile. Nel rapporto si vedono aspetti propositivi importanti come dare maggiore importanza al tempo che si trascorre con gli amici, con i familiari, una maggiore attenzione per l’ambiente e soprattutto il bisogno di assicurare qualità alla propria esistenza. Il futuro è anche altro, una realtà digitale nata dall'unione di diversi elementi tecnologici, come video, realtà virtuale e realtà aumenta. In breve il Metaverso nel quale si entra grazie a visori 3D per vivere una realtà virtuale, dove sarà possibile compiere in maniera analoga a quella reale una serie di esperienze virtuali. L'obiettivo è un ampio pubblico, per dare vita a una florida economia digitale all'interno del Metaverso. Il focus dei ricavi sarà centrato sulla pubblicità, la compravendita di oggetti virtuali fra creators e utenti, nonché la possibilità di vivere esperienze virtuali. «Il metaverso attirerà miliardi di persone e ognuna spenderà centinaia di dollari in contenuti» (Zuckerberg). Diventerà un mondo virtuale parallelo a quello reale. Già ora è possibile acquistare, per 14mila dollari un terreno virtuale di 100 mq per costruire una casa o immobili commerciali. Entrando in questo mondo si assume la dimensione virtuale di Avatar cioè la rappresentazione grafica e virtuale di un visitatore di un sito web.

Ma è questa l’aspirazione che il nostro vecchio mondo ha bisogno di perseguire? Soprattutto penso che le Big Tech non siano solo loro a decidere il nostro futuro. Perché nel rifugiarci in un mondo virtuale è come se rinunciassimo a costruire un mondo reale migliore.

Antonio Barracca

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