Da quando il mondo s'è fermato un cormorano sorveglia la città. Solo, sulla passerella che si tuffa in mare davanti alla base di Luna Rossa. Forse c'è sempre stato, ma adesso è impossibile non notarlo: durante le lunghe ore vuote e silenziose lui non ha paura: resta lì per tutto il giorno, immobile, a contemplare lo specchio d'acqua compreso tra il molo Ichnusa e il porticcolo di Su Siccu.

In questa passerella molti hanno conquistato l'ora d'aria più dolce della prigionia da coronavirus. Un chilometro scarso di legno poggiato sul mare che a ogni ora del giorno offre luci e orizzonti diversi. Questi mille metri di paradiso, negli ultimi trenta giorni sono stati il giardino di cagliaritani che un giardino non ce l'hanno, la terrazza di coloro non hanno neppure un balcone e la pista da corsa di chi fermo non ci sa stare.

Non solo, perché la passeggiata di Su Siccu con il trascorrere dei giorni, come uno specchio, ha riflesso il peso delle ordinanze emanate da Governo, Regione e sindaco, e vissuto degli umori e delle preoccupazioni delle persone, quelle che decidono e quelle che devono eseguire.

Nei primi giorni del mese, quando il bollettino era drammatico e le istituzioni richiamavano al rispetto rigido delle norme anche Su Siccu ne ha fatto le spese: incontrare qualcuno da queste parti era un'impresa. E' la mattina dell'8 aprile: la sera prima il commissario della protezione civile ha riferito che in Italia nelle ultime 24 ore sono morte 604 persone colpite dal coronavirus. Da giorni circola la notizia di un gatto che in Belgio è risultato positivo, l'allerta è massima così come la paura che anche gli animali domestici possano essere veicolo di contagio. In questo clima una ragazza con un cagnolino al guinzaglio viene invitata da un passante a non attraversare la passerella. Nessun dramma, lei gira le spalle e se ne va perché nella giungla di decreti e ordinanze è difficile stabilire chi ha ragione e chi torto, cosa è lecito e cosa non lo è.

Giovedì 9, meno di 24 ore dopo, alle 8 del mattino la passerella è chiusa da due transenne. Un foglietto che si agita al vento indica che l'orario di apertura è fissato per le 6, ma più che a un ritardo chi trova la strada sbarrata pensa che Su Siccu, proprio come i parchi (e dopo qualche settimana le spiagge) sia chiusa per emergenza sanitaria. Nonostante l'ora d'aria negata è impossibile non godere di quello che c'è: il sole brucia alle spalle di Bonaria, la città vista da qui sembra un dipinto e il cormorano resiste sullo scivolo che sparisce nel mare.

Falso allarme (per fortuna): la mattina dopo le transenne sono state spostate, il varco è libero e alle 9,30 due donne, lontane e sconosciute, si fermano a guardare una gallinella d'acqua che di tanto in tanto sparisce e ricompare qualche metro più in là.

Arriva Pasquetta, la città è avvisata: controlli rigidi e forze dell'ordine schierate per evitare le fughe nelle seconde case o le gite sulla spiaggia. Su Siccu dall'alto di un elicottero è un corridoio deserto: alle dieci del mattino nessuno si è spinto fin qui. Però forse qualcosa è cambiato: nei giorni successivi, l'acqua sotto il pontile si sporca di bottiglie vuote e buste di plastica. Tira il vento e il mare si increspa: intorno alle banchine affiora una schiuma bianca che non si vedeva da un po'.

Da qualche giorno nel cielo le nuvole nascondono il sole, fa freddo e tira aria di pioggia. Se il coronavirus non fosse mai esistito questa sarebbe la settimana d'oro dell'America's cup. Dal 23 al 27 aprile il mondo avrebbe guardato a Cagliari, capitale mondiale della vela 2020. Sarà anche per questo che il 22, giorno di una vigilia mancata, i rumori provenienti dall'hangar di Luna Rossa sono più forti del solito. Alle 9.30 un cigolio rompe il silenzio: l'idroscafo volante è a qualche metro dal mare, per calarlo in acqua servono una gru e alcuni lunghissimi minuti.

Ed eccoci all'ultima settimana di questo mese di primavera. Negli ultimi giorni il clima è cambiato. Dal 4 maggio si potrà uscire per una passeggiata anche lontano da casa, i parchi riapriranno e anche fare un bagno al mare pare non sarà più reato. Su Siccu non può che adeguarsi al desiderio di libertà. Con il passare delle ore il numero di chi viene a camminare, correre o meditare è cresciuto, alcuni indossano la mascherina, altri la tengono in tasca o la lasciano dondolare sotto l'orecchio. A distanza di sicurezza dalle altre persone, ma sempre vicino al mare.

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