Dagli scavi al pozzo sacro di Sos Muros, a Buddusò, vengono alla luce 160 vaghi di collana di epoca nuragica in cristallo di rocca, pasta vitrea e ambra. Di ogni colore, celesti e trasparenti, verdi, giallini e ambrati.

Si tratta del più grande ritrovamento di perline in Sardegna, tutte concentrate davanti all’atrio del monumento. La scoperta è avvenuta nel corso della terza campagna di scavi nel complesso di epoca nuragica, insediamento databile tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio di quella del ferro.

Un villaggio già oggetto in passato di scavi clandestini, poco conosciuto, che si trova in mezzo a un bosco di lecci e sughere fuori dal paese.

Protagonisti della scoperta gli studenti di archeologia di università italiane e straniere, impegnati nel tirocinio sotto la direzione scientifica delle archeologhe Anna Depalmas e Giovanna Fundoni, con la collaborazione di Matteo Pischedda.

"Ogni vago che veniva alla luce è stata una grande emozione. Si tratta di certo di perline importate - spiega Giovanna Fundoni -, le analisi sui materiali ci permetteranno di verificare la loro provenienza. Proveremo anche a individuare attraverso il microscopio se è rimasto qualche frammento di filo utile poi per provare a ricostruire la o le collane”.

Tra tutte spicca un pendente a forma di cuore di cristallo di rocca, che trova un solo confronto nell'Isola nel vicino santuario di Romanzesu-Bitti e fuori dalla Sardegna nell'Egeo e nel Mar Nero. “Collane di questo tipo sono già note negli insediamenti cultuali nuragici, dove venivano deposte come offerte votive, ma il sito di Sos Muros - precisa l'archeologa - vanta sicuramente il primato per il più alto numero, e varietà, di vaghi di collana finora rinvenuti in un unico contesto”.

(Unioneonline/L)

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