La Sardegna è terra ricca di storia e di cultura. I moti antifeudali di fine ‘700, che culminarono il 28 aprile 1794 con la cacciata (momentanea) dei piemontesi dall'isola, ne rappresentano una delle pagine più vivide e gloriose. Il protagonista e ispiratore della rivolta fu Giovanni Maria Angioy, nato a Bono il 21 ottobre 1751. E proprio a Bono, in piazza Bialada, Liliana Cano realizzò nel 1984 uno dei suoi capolavori: la rappresentazione pittorica di quei moti. Un murale di 160 metri quadrati, in cui viene esaltata la rivolta, con scene di oppressione, di lotta, euforia, umiliazione e sofferenza. Un'opera di passione e di amore per il popolo sardo che ha pochi eguali, ma che rischia di rovinarsi.

Liliana Cano, la grande pittrice sarda recentemente scomparsa, fece quello straordinario disegno su una superficie di cemento, tutta presa dal suo lavoro. Il tempo in questi casi è tiranno: la pioggia e le intemperie deteriorano i colori, ora più opachi. Nel 2006 un primo restauro, ad opera dell'artista di Bono Tony Amos. Ma ora, a distanza di 15 anni, il grande dipinto avrebbe bisogno di ulteriori e indispensabili cure.

"Dopo il restauro, con colori al quarzo - spiega Amos -  consigliai all'Amministrazione comunale di realizzare delle canalette di scolo per preservare l'opera dall'acqua piovana. Ma non se ne fece nulla. Ora bisogna assolutamente intervenire per preservare una splendida rappresentazione artistica, realizzata a mio avviso da una delle più grandi pittrici del ‘900".

Il sindaco di Bono, Elio Mulas, assicura un pronto intervento dell'Amministrazione comunale. "Metteremo a bilancio le somme necessarie al restauro - spiega - e inoltre valorizzeremo ulteriormente piazza Bialada". Igino Panzino, 71 anni, affermato pittore e figlio di Liliana Cano avrebbe anche un'altra idea. "Alcuni murales di mia madre sono purtroppo irrecuperabili - propone - Andrebbero sostituiti con i disegni originali realizzati con dei rilievi in metallo, indistruttibili. Non ho fatto in tempo a proporre questa idea a mia madre".

Liliana Cano ha infatti eseguito dei murales in varie parti della Sardegna, a Bultei ed Irgoli ad esempio. Certo è che per salvare il murale di Bono e gli altri della grande pittrice scomparsa (e non solo i suoi), ci vorrebbe una programmazione complessiva da parte della Regione, che in questo modo tutelerebbe un patrimonio culturale e artistico di inestimabile valore. Bisogna però fare in fretta.

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