Utilizzare gli strumenti della chimica computazionale per studiare complessi di oro, come il composto metallorganico Auranofin, attivo contro il virus SARS-CoV-2 e immediatamente utilizzabile in quanto già impiegato contro l'artrite reumatoide e come antivirale.

È l'obiettivo del progetto di ricerca "Gold(I/III) metal-drugs in the treatment of covid-19 pandemic" (AuCovid), coordinato da Massimiliano Arca, con la partecipazione di Maria Carla Aragoni, Vito Lippolis, Claudia Caltagirone e di Anna Pintus e Enrico Podda, docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell'Università degli Studi di Cagliari.

Per portare avanti le attività previste, sarà decisivo il supporto di un "supercomputer", ottenuto dai ricercatori dell'Ateneo: al progetto è infatti stato assegnato un budget di 30mila ore sul nuovo server di supercalcolo Marconi100, inaugurato di recente e dedicato alla ricerca di soluzioni contro la pandemia da Covid-19. Con una potenza di picco di circa 32 Pflop/s è fra i supercomputer più potenti al mondo (al nono posto nella top500 mondiale, al secondo in Europa e al primo in Italia).

Il progetto si inquadra in una più estesa attività di ricerca sperimentale, condotta dal gruppo e che prevede la sintesi di nuovi complessi metallici e lo studio della loro applicazione quali farmaci antimicrobici e antitumorali.

(Unioneonline/v.l.)
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