È grande la soddisfazione del direttore generale del Cern Fabiola Giannotti nell'annunciare in conferenza stampa il potenziamento dell'acceleratore di particelle Large Hadron Collider (Lhc) e la posa della prima pietra di quello che si può considerare il progetto di fisica più ambizioso degli ultimi anni.

La novità si chiama HiLumi LHC, ossia Lhc ad alta luminosità, ed estenderà in modo significativo le capacità dell'acceleratore, aprendo la strada a nuove scoperte e a misurazioni più dettagliate di particelle come il bosone di Higgs.

"Il progetto è una nuova configurazione di LHC che dovrebbe essere capace di aumentare di un fattore 5 la luminosità di picco, cioè il numero di eventi prodotti al secondo, e di un fattore 10 la luminosità integrata, cioè la quantità complessiva di dati raccolti dagli esperimenti", ha spiegato il direttore del progetto HiLumi LHC Lucio Rossi, che l'aveva proposto già nel 2010.

L'obettivo è quello di moltiplicare il numero di collisioni che si verificano durante gli esperimenti, adeguando gli strumenti di rilevazione al potenziamento dell'acceleratore, come spiega ancora Rossi: "Per osservare qualcosa non basta fare luce, bisogna che anche gli occhi siano efficienti, altrimenti è come quando ti puntano una luce intensa dritto in faccia: rimani abbagliato, non vedi più nulla. Stiamo quindi lavorando a un sostanziale upgrade sia dell'acceleratore sia dei rivelatori".

L'acceleratore Lhc è costruito all'interno di un tunnel sotterraneo al confine tra la Francia e la Svizzera, lungo 27 km e a 100 metri di profondità in media, una sorta di pista magnetica superconduttiva al cui interno scorrono fasci di particelle, protoni o ioni, che vengono accelerati quasi alla velocità della luce e fatti scontrare in quattro precisi punti di collisione, dove sono collocati i rivelatori ATLAS, CMS, ALICE e LHCb, e i più piccoli Totem e LHCf, che osservano e studiano i prodotti di queste collisioni.

Entrato in attività nel 2010, l'acceleratore LHC è il più potente mai realizzato ed è in grado di produrre fino a 1 miliardo di collisioni protone-protone al secondo, ma con lo sviluppo High-luminosity e 150 nuovi magneti che concentreranno i fasci di protoni facendoli scorrere nell'anello del Cern, tutto sarà potenziato e darà modo ai fisici di investigare fenomeni rari e raccogliere misure più accurate.

"Una nuova fase di questa spettacolare macchina è iniziata. - commenta Fernando Ferroni, presidente dell'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) - Molti più eventi saranno prodotti e questo permetterà di esplorare le proprietà del bosone di Higgs in profondità e scoprire, qualora la natura le abbia previste, nuove particelle. Punto di forza di questo progetto sono i magneti basati su una nuova tecnologia superconduttiva che permetterà poi ulteriori passi in avanti e anche nuove applicazioni nel campo della medicina nella risonanza per immagini".

(Unioneonline/b.m.)
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