Poche cose sono amate dai ragazzi di oggi come la serialità. Così Netflix, Amazon e affini fanno a gara a proporre serie tv sempre più avvincenti e dilatate nel tempo, così da tenere incollati i più giovani allo schermo del loro smartphone. Ma è possibile raggiungere lo stesso risultato puntando solo sulla voce? È possibile catturare l’attenzione della Generazione Z con una audioserie a puntate, seppur letta da grandi attori?

È questa la sfida lanciata da Manlio Castagna, scrittore di lungo corso e grande esperienza nel mondo della narrativa per giovani, e dalla casa editrice Emons con “I diari del limbo” (Emons record 2021), primo esempio di audioserie “young adult” e dunque per giovani adulti.

Nel corso di 11 puntate di 40 minuti l’una gli ascoltatori potranno così appassionarsi alle avventure di Ottavia, ragazza di quattordici anni a cui ha prestato la voce uno dei nuovi talenti della recitazione italiana, Greta Esposito.

Tutto ha inizio quando Ottavia si risveglia in un luogo misterioso e destabilizzante, la fortezza di Haresind. Qui la giovane si scopre spaesata, priva di memoria e con una voglia disperata di uscire dall’incubo in cui è capitata. Si metterà quindi in viaggio, incontrando nel suo cammino altri “prigionieri” come lei e imbattendosi negli esseri mostruosi che abitano la fortezza. Solo superando una prova dopo l’altra potrà salvarsi e ricostruire il puzzle dei suoi ricordi.

Avvincente come un  videogame a più livelli di difficoltà, "I diari del limbo” rappresenta una nuova frontiera dell’editoria italiana, un progetto ambizioso, con potenzialità ancora tutte da scoprire come ci conferma Manlio Castagna:

“Abbiamo deciso di percorrere un sentiero nuovo, entusiasmante ma anche accompagnato da alcune incognite perché non sappiamo come i ragazzi reagiranno alla nostra proposta. Fino a qualche anno fa i giovani che ascoltavano audiolibri e podcast erano pochi, ma ora le cose stanno cambiando…diciamo che era il momento di lanciarsi!”

Cosa vi ha spinto a tentare questa nuova strada?

“C’era la voglia di entrare in contatto con tutto quel vasto pubblico di giovani che si sta allontanando dalla lettura, allettata da altre forme di intrattenimento. Insomma, volevamo esplorare nuove strade perché non si trattava di fare un semplice podcast o il classico audiolibro, ma realizzare qualcosa che ricordasse i radiodrammi di un tempo - con gli attori che interpretano le varie parti, il commento musicale, i suoni - ma in una prospettiva moderna. La sfida era di realizzare un prodotto avvincente, capace di coinvolgere il pubblico giovane, ma senza l’ausilio dell’immagine”.

Ma oggi rinunciare alle immagini non è già di per sé un handicap nel momento in cui ci si rivolge ai giovani?

“L’assenza di immagini può diventare una risorsa se si riesce a determinare nell’ascoltatore un cambio di prospettiva. Terminata la lavorazione dei “Diari del limbo” è arrivato un podcast intitolato “Demoni urbani”, nel quale si raccontano alcuni crimini efferati che hanno punteggiato la storia italiana. Mi sono accorto che i podcast sono molto ascoltati, anche dai giovani, perché si basano su una narrazione brillante e molto vivida nelle descrizioni, qualità che compensano la mancanza di immagini. Io ho provato a sfruttare la mancanza dell’elemento visivo per creare più tensione, più paura, più suspence. In fondo anche il cinema horror punta molto sull’elemento sonoro per scatenare il panico”.

Come ha dovuto cambiare la sua scrittura sapendo che il tuo testo sarebbe stato interpretato solo da voci?

“Anche questa è stata una sfida. In un audiolibro posso tranquillamente descrivere i personaggi, dire che Ottavia è alta o bassa, bionda o bruna. In questo caso dovevo trovare il modo di raccontare le stesse cose facendole uscire da uno scambio tra i personaggi. Insomma, ho dovuto ingegnarmi e puntare molto suoi dialoghi. Anche per me è stata una bella avventura, impegnativa ma bella!”

E come è stato sentire il suo testo finalmente recitato?

“Mi sono emozionato! Faccio, però, una premessa: I diari del limbo è una audioserie che va ascoltata con alcuni accorgimenti. Ci vuole silenzio, la possibilità di appartarsi dai rumori che ci circondano e magari delle buone cuffiette con cui cogliere i particolari effetti sonori utilizzati. Io mi sono allontanato dal traffico, mi sono incamminato lungo una strada poco battuta e lì ho potuto veramente… assaporare. Sentire quello che avevo scritto attraverso la voce di attori straordinari come Tommaso Ragno, Greta Esposito e tutti gli altri è stato sorprendente. Mi è sembrato che stessero recitando qualcosa neppure scritto da me, qualcosa che era riuscito ad andare al di là della mia immaginazione e di ogni mia previsione. Davvero un’emozione”.

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