Addio al telescopio Kepler, il "cacciatore" di esopianeti della Nasa
La sua attività proseguirà con il satellite Tess e il telescopio James WebbPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Quasi 10 anni di attività, 2600 esopianeti individuati, una nuova visione dell'Universo e stimoli infiniti per la ricerca astronomica.
È l'ottimo bilancio del telescopio spaziale della Nasa Kepler, che sta per terminare il suo ciclo di attività perché ha definitivamente esaurito le riserve di carburante.
Prima dell'addio, gli scienziati salveranno gli ultimi dati raccolti dal telescopio e poi lasceranno questa macchina di esplorazione dell'Universo a orbitare lungo una traiettoria sicura attorno alla Terra.
"Quando abbiamo iniziato a concepire questa missione 35 anni fa - spiega con un pizzico di commozione il padre di Kepler, William Borucki - non conoscevamo un singolo pianeta al di fuori del nostro sistema solare".
In questi 9 anni e mezzo di missione Kepler ci ha rivelato che esistono sistemi stellari più ricchi del nostro e ha osservato 500mila stelle, che potrebbero avere attorno a sé piccoli pianeti simili alla Terra e, chissà, ospitare la vita.
Un'eredità importante, come spiegano gli scienziati, che lascia materia di studio per i prossimi 10 anni, la cui attività verrà proseguita dal satellite Transiting Exoplanet Survey (Tess) e dal telescopio James Webb Space.
(Unioneonline/b.m.)