«Si sceglievano i servizi secondo la loro forza emotiva, in una alternanza di toni leggeri e racconti dolorosi. Come la vita, appunto. Ma soprattutto c’era una cosa: il rigore assoluto». Il racconto fotografico (che diventa resoconto giornalistico) secondo Carlo Bavagnoli, il grande fotografo morto all’età di 91 anni. L’unico non statunitense a far parte della squadra del magazine Life, rivista entrata nella storia con servizi come quello sullo sbarco in Normandia.

Bavagnoli, con rigore assoluto, ha descritto, con dovizia di dettagli, anche la Sardegna che cercava faticosamente la via dello sviluppo dopo il fascismo e la guerra. Straordinario, per forza e impatto emotivo, il reportage fotografico realizzato nel 1959 insieme al giornalista Livio Zanetti. Un viaggio nel cuore di un’Isola sofferente, voluto dal settimanale L’Espresso, sull’onda dell’inchiesta parlamentare che aveva rivelato lo stato di estrema povertà che caratterizzava alcune aree della Sardegna centrale. Un reportage, la cui memoria è fissata nel volume pubblicato dalla casa editrice Ilisso "Sardegna 1959, l'Africa in casa" a cura di Gino Satta e Salvatore Novellu, che è un lampo di verità, tra antropologia e sociologia, su contesti, soprattutto rurali, e sui volti, molto espressivi, di uomini, donne e bambini. Bavagnoli raggiunge Loculi e Irgoli, in Baronia, e con i suoi scatti fissa momenti, profili e scenari.  

A Orani con Nivola

Di grande rilievo anche il reportage fatto ad Orani sullo scultore Costantino Nivola alla scoperta di un’arte sublime. E sulla tecnica del maestro della fotografia, Rita Ladogana, docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Università di Cagliari, spiega che «a parte alcune composizioni attentamente studiate, come nell’immagine che sfrutta la presenza dei bambini intenti a giocare sui tubi dell’impalcatura allestita per la scenografa della festa popolare, nel complesso prevale una vena narrativa contrassegnata da una spontaneità in ogni scatto. Prevalgono fotogrammi aperti e inquadrature in campo lungo che contribuiscono ad infondere profondità e movimento ad ogni singola scena». Carlo Bavagnoli, con i sodali Ugo Mulas e Mario Dondero, ha raccontato il Novecento in tanti suoi aspetti, attraverso i fatti e i protagonisti del “secolo breve”: dall’apertura del Concilio Vaticano II alla morte di Papa Giovanni XXIII alla successiva elezione di Paolo VI. Tanti scatti immortali. Immagini storiche come quella che ritrae Jane Fonda nei panni di 'Barbarella' oltre ai reportage sociali, in linea con quello realizzato in Sardegna,  a New York, a Trastevere e tra gli 'scugnizzi' di Napoli.

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