03 luglio 2018 alle 13:19aggiornato il 04 luglio 2018 alle 17:54
Ad Arles va in scena la miglior fotografia internazionale
"Arles non sarebbe Arles senza fotografia", ha commentato il ministro della Cultura francese François Nyssen e per una volta non si tratta della "solita" grandeur francese, a giudicare dal successo delle passate 48 edizioni del Festival Les Rencontres de la Photographie d'Arles, l'equivalente per la fotografia di quello che Cannes è per il cinema.
Come per le passate edizioni, lo sguardo è rivolto contemporaneamente al passato e al futuro, per raccontare storia e attualità con la lente magica della fotografia d'autore, prendendo letteralmente d'assedio la pittoresca capitale della Camargue dal 2 luglio al 23 settembre, con un'offerta di ben 36 mostre, oltre a eventi e incontri in ogni angolo della città.
Un festival che attrae anno dopo anno professionisti del mondo dei media e una platea di appassionati di fotografia, e che nel 2017 ha raggiunto la cifra record di 125mila visitatori.
Oltre a presentare le nuove leve della professione e la direzione della fotografia nel futuro, non poteva mancare quest'anno l'omaggio al cinquantenario del '68, con richiami alla contestazione e ai movimenti studenteschi, ma anche alla cronaca dell'assassinio di Robert Kennedy, con il magnifico reportage di Paul Fusco.
E ancora il ricordo di alcuni dei maestri che hanno condizionato - e condizionano ancora - intere generazioni di fotografi, come lo svizzero Robert Frank e la sua America on the road, o il tocco raffinato del francese Raymond Depardon, Paul Graham e René Burri, fino ai lavori più recenti sull'architettura di Candida Höfer, i backstage di Lily Gavin e il reportage cubano di Michael Christopher Brown.