È Francesco Abate con il romanzo “Il misfatto della tonnara” (Einaudi Stile Libero), terzo capitolo della fortunata serie noir ambientata nella Cagliari di inizio ‘900 con protagonista la giornalista Clara Simon, il vincitore della prima edizione del Premio letterario Florinas in Giallo per il miglior noir mediterraneo. Da quest’anno, infatti, il festival del Comune di Florinas, giunto alla sua XV edizione, si arricchisce dell’omonimo premio letterario per contribuire a promuovere un genere che appassiona sempre più lettori e lettrici per la sua capacità di raccontare la realtà e il mondo contemporaneo.

Scrittore e giornalista del quotidiano L’Unione Sarda, Abate ha ricevuto stasera a Florinas, in una piazza del Popolo gremita dal pubblico arrivato in paese per l’ultima serata del festival, il premio consistente in un assegno di 2.500 euro dalle mani del sindaco Enrico Lobino, presidente di una giuria composta - oltre che dai direttori artistici Maria Luisa Luisa Perazzona, Elia Cossu e Emiliano Longobardi - da avvocati, magistrati e rappresentanti delle Forze dell’Ordine e coordinata dall’operatore di polizia Aldo Curcio.

“Il misfatto della tonnara” è stato premiato con la seguente motivazione: «Un romanzo che ci porta nella Cagliari di inizio Novecento, attraverso una descrizione della città e del contesto sociale che affascina il lettore fin dalle prime righe. Una protagonista originale che vive le problematiche sociali che deve affrontare una donna dell’epoca ma che spesso si ritrovano anche ai nostri tempi. Bella e curata la ricostruzione storica che fa da sfondo alla vicenda. Interessante l’intreccio con il movimento femminista agli albori. La trama investigativa è in piena corrispondenza con i metodi investigativi dell’epoca e, ben utilizzando gli strumenti messi a disposizione dagli investigatori di un secolo fa, riesce a risolvere il “Giallo” con gran stile»

«Sono molto felice di ricevere questo premio per tre ragioni» ha detto Francesco Abate, ringraziando emozionato la giuria e il pubblico, che gli ha manifestato il suo affetto con un lungo e caloroso applauso. «La prima: in un anno in cui ho dovuto sospendere gli incontri pubblici per preservare la mia salute, leggo la vittoria del premio come un’inversione di marcia. La seconda ragione risiede nel prestigio del festival che negli anni è diventato un punto di riferimento nazionale per la letteratura di genere. La terza ragione è che grazie al premio si riaccendono i fari su una storia dimenticata, sul movimento suffragista e femminista sardo che fin dall’inizio del 900 ha condotto importanti e sottaciute battaglie per l’emancipazione della donna».

(Unioneonline)

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