Esiste in Sardegna un’epopea durata centinaia di anni: quella dei minatori e della loro dura lotta con le profondità della Terra. È a questa epopea che Fabrizio Ardito - giornalista, scrittore, fotografo – rende omaggio nel suo emozionante “Al centro della Terra” (Ediciclo, 2022, Euro 17,00, pp. 208), un viaggio attraverso le testimonianze della millenaria vicenda mineraria sarda, tra ghost town e miniere dimenticate, con l’azzurro del mare sullo sfondo.

Durante il suo cammino, Ardito ci racconta di sentieri antichi e cammini percorsi per secoli dai minatori, enormi cantieri che hanno mutato le forme del paesaggio, immersi nel silenzio della macchia o nell’ombra fitta di grandiose foreste. Il cammino dedicato a Barbara, la santa patrona dei minatori di tutto il mondo, si snoda seguendo un anello che ha al suo centro la città di Iglesias, nel sud ovest sardo. Un lungo itinerario a piedi scandito dagli incontri con le memorie della civiltà nata nelle miniere isolane, con le storie grandi e piccole di uomini, donne e bambini che hanno lavorato e lottato, un giorno dopo l’altro, nel cuore di pietra delle montagne. A Fabrizio Ardito, non nuovo a viaggi di questo tipo, chiediamo prima di tutto come gli è nata la passione per gli itinerari pedibus calcantibus, per dirla alla maniera degli antichi: “Mi è sempre piaciuto camminare, complice anche la passione di mio padre per la montagna e un ventennio di speleologia. Molti anni fa mi era venuta la curiosità di capire i motivi che spingevano un numero sempre crescente di moderni peregrinos lungo il Cammino di Santiago. Dopo tanto riflettere nel 2004 sono partito, da solo, e dopo più di un mese sulla strada, ho capito che quella dei cammini non era solo una strana moda ma che sarebbe divenuta una delle grandi novità nel mondo dei viaggi e del turismo in Europa. Non si tratta solo di un modo di viaggiare ma anche (forse soprattutto) della scoperta di un ritmo di vita molto particolare: tranquillo, curioso, senza fretta e aperto all’incontro con gli altri”.

La tappa a Buggerru, con il Pan di Zucchero (foto concessa)
La tappa a Buggerru, con il Pan di Zucchero (foto concessa)
La tappa a Buggerru, con il Pan di Zucchero (foto concessa)

E come è nata la scelta di percorrere il cammino di Santa Barbara?

“Avevo avuto la fortuna di conoscere il sud ovest sardo in diverse occasioni, visitando per lavoro, tra fotografie e filmati, miniere e siti di archeologia industriale. Così, quando ho saputo che poco alla volta si era strutturato un cammino di una certa dimensione - 30 tappe per 500 chilometri - grazie al lavoro di uno splendido gruppo di appassionati, è nata l’idea di scoprirlo da vicino, ovviamente a piedi. Nel mese di maggio del 2021, in 25 giorni di viaggio, con due amici di lunga data abbiamo percorso buona parte del tracciato. Che si è rivelato non sempre facile, molto vario e spesso sorprendente anche per chi conosce l’Isola”.

Quali particolarità si scoprono percorrendo a piedi il cammino di Santa Barbara?

“Come sempre succede quando si pensa di conoscere bene una zona che si è attraversata in auto, anche stavolta le sorprese sono state molte. Anzitutto l’enormità dei paesaggi della Sardegna industriale, delle vecchie miniere oramai abbandonate e degli altipiani su cui il nostro sentiero ci ha portati. Nelle soste tra paesi, cittadine e villaggi, si comprende che il rapporto degli abitanti della zona con la storia del loro passato minerario è forte, ma contraddittorio. Da un lato c’è l’ammirazione per le grandiose cattedrali dell’industria mineraria che hanno cambiato il volto della zona e la storia sociale e politica di un’intera comunità. Dall’altro – forse soprattutto tra i più giovani – c’è una forma di condanna e di rifiuto dello sfruttamento della manodopera sul quale, alla fine dell’800 e agli inizi del ‘900, si è basato in buona parte il successo dell’attività di estrazione”.

Quali cose l'hanno sorpresa maggiormente?

“Ho trovato eccezionale l’estensione delle grandi foreste popolate di cervi e di cinghiali che, da Perd’e Pibera a Monti Mannu, costituiscono per giorni il paesaggio in cui ci si muove dalla mattina alla sera, con un grande silenzio che accompagna nelle ore di cammino. Si tratta di un ambiente completamente differente da quello che normalmente un turista si aspetta dalla Sardegna, troppo spesso vista solo come terra di spiagge chiare, discoteche esclusive e vacanze estive”.

Quale sarà la prossima impresa piedi?

“Per carità, il termine impresa non è adatto a un lungo cammino e neanche particolarmente calzante per un lento camminatore di mezz’età come me. Sgombrato il campo da questo fraintendimento, il prossimo lungo viaggio a piedi che penso di percorrere sarà il Cammino Primitivo, il più antico dei percorsi diretti a Santiago di Compostela, che inizia da Oviedo e ricalca le tappe del viaggio compiuto nell’VIII secolo dal primo monarca che abbia mai raggiunto la tomba dell’apostolo Giacomo: il re delle Asturie Alfonso II il Casto. Poco più di 300 chilometri, in parte di montagna e in parte attraverso le vallate e i boschi delle Asturie e della Galizia, fino alla penombra della cattedrale di Santiago”.

La copertina
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