«Un mese fa la morte di Nutellino, potrai mai perdonarci?»
Il ricordo di un lettore per il gatto barbaramente ucciso nella piazza del mercato di SediniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Cara Unione,
ad un mese dalla morte di Nutellino, gatto sedinese vigliaccamente ucciso a bastonate nella piazza del mercato di Sedini una mattina di maggio,invio questo ricordo, che spero possa essere pubblicato,per non dimenticare e perché ancora troppi animali sono maltrattati e uccisi nell'indifferenza e nel silenzio colpevole generale.
"Se fossi stato là in quel momento ti avrei detto, corri Nutellino, corri, non ti fidare. Ma so bene che anche quella mattina fresca e profumata di rose ti eri svegliato curioso e innamorato del mondo, ti eri stiracchiato e guardato intorno: in fondo cosa c’era di più bello di quel mercato affollato e vociante, pieno di profumi, che da un po’ di tempo ti aveva accolto? In quella tua testolina di gatto cresciuto solo, il desiderio di guardare, di osservare, di comprendere felinamente, perso tra le gambe degli umani, a nasino in sù, era più forte di tutto. Era la tua natura e tu semplicemente, grattandoti un orecchio, l’accettavi, granellino di sabbia in armonia nella vastità dell’universo. E così era iniziata, per te gatto giramondo, abbandonato ancora piccolo a se stesso, la tua vita a Sedini, dove le persone in fondo in fondo, ti eri detto, sembrano più gentili. Le signore tra i banchi del mercato avevano iniziato addirittura a sorriderti, e anche quegli uomini burberi, dalle maniere spicce, tra una finta pedata e l’altra ti allungavano qualcosa da mangiare. Una mano stesa ad accarezzarti, ad accorciare quella distanza che mantenevi per ancestrale prudenza, il gesto di qualcuno di nutrirti, forse perfino di proteggerti, la consuetudine di piccole attenzioni che non ti erano sfuggite e avevano addolcito nel tempo la tua naturale selvatichezza. Era questo l’amore di cui avevi sentito parlare?
Si, se fossi stato là in quel momento ti avrei detto, corri Nutellino, corri, non abbassare la guardia. E la mia mano ti avrebbe protetto.
Il primo colpo arrivò a tradimento, perché solo così quello stupido umano senza testa e senza cuore, senza onore e senza storia, poteva ingannare il tuo nobile istinto di vita. E gli altri arrivarono solo perché non potevi più muoverti, trascinarti via, avevano rotto non solo le tue ossa ma l’incanto della flessuosità dei tuoi tendini, la grazia dei tuoi muscoli che la vile oscura ottusità del tuo assassino non avrebbe mai potuto capire. Eppure, mentre i tuoi respiri diventavano più corti e veloci e le membra si scioglievano nell’abbandono dell’agonia, non era questo il dolore più grande che ti faceva miagolare. Non potevi credere che non uno, non una di quelli che ti avevano carezzato, guardato con benevola condiscendenza e simpatia, che ti avevano affibbiato quello stupido nome, tanto da farti credere di essere voluto, accettato e amato, non uno avesse trovato la forza, il coraggio, la decenza di muovere un dito o di dire una parola. Niente, nulla, niente di niente, come in un incubo. In mezzo alla folla del mercato. Tra gli onesti commercianti. Tra le signore intente a far la spesa. A Sedini, paese del nord Sardegna in provincia di Sassari. Nutellino, potrai mai perdonarci? Noi non ti abbiamo dimenticato, e faremo di tutto perché tu e tutti gli animali maltrattati e vilmente uccisi possiate avere giustizia su questa terra, è una promessa».
Mario Adolfo Scano Macciardi
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